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“verso l’alto Tirreno”, la coesione territoriale (II parte) PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

Ad avere un’idea della portata dei fronti aperti dall’introduzione del federalismo fiscale, si può ricordare che a poco più di due anni dall’emanazione della legge delega 5 maggio 2009, n. 42, otto decreti legislativi hanno concluso il loro iter e sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale. Questi riguardano:

  • Il federalismo demaniale
  • L’ordinamento transitorio di Roma Capitale
  • La determinazione dei costi e fabbisogni standard di comuni,  città metropolitane e province
  • Il federalismo fiscale municipale
  • L’autonomia di entrata di regioni a statuto ordinario e province,  nonché determinazione di costi e fabbisogni standard nel settore sanitario
  • Le risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici, attuativo dell’art. 16 della legge n. 5 maggio 2009, n. 42
  • L’armonizzazione dei sistemi contabili e dei bilanci delle Regioni, degli enti locali e dei loro enti ed organismi
  • I meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni, a norma degli articoli 2, 17 e 26 della legge 5 maggio 2009, n. 42

Ognuno di questi decreti cambia in profondità l’assetto delle pubbliche amministrazioni regionali e locali, con conseguenze indirette anche su quelle statali. La crescente interdipendenza tra livelli di governo implica la necessità per il personale amministrativo di ridefinire le modalità di assunzione delle decisioni in un contesto caratterizzato dalla compresenza dei modelli gerarchici tradizionali e di nuovi strumenti contrattuali o comunque consensuali (protocolli di intesa, accordi di programma, eccetera), estesi anche al settore privato. Né è da trascurare che tra i livelli di governo vi è quello Europeo, produttore al tempo stesso di risorse e vincoli, che a cascata o direttamente si riversano sul funzionamento di regioni ed enti locali.

Non è difficile comprendere come questo cambiamento postuli un miglioramento qualitativo dell’attività amministrativa: dagli enti locali ai governi regionali, dalle aziende sanitarie agli apparati ministeriali centrali. Ed è chiaro che a monte di questa innovazione, che investe la cultura e le tecniche dell’amministrazione, vi è la necessità di produrre una nuova visione e comprensione della struttura di governo del Paese, nonché nuove capacità di analisi delle politiche pubbliche e di disegno istituzionale.

Per il “contributo” che questo lavoro intende offrire alla riflessione della Conferenza Permanente dei Sindaci dell’Alto Tirreno Cosentino, nell’ottica degli obiettivi della “Coesione Territoriale”, si sottolinea ancora una volta l’importanza che per il nostro Distretto Territoriale riveste il Decreto attuativo dell’art.16 della stessa Legge Delega n°42, nella individuazione di interventi - in conformità all’articolo 119, quinto comma, della Costituzione, che recita:  “ Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni” in piena coerenza con l’art.2 e 3 della Costituzione stessa. Il decreto, in particolare, oltre ad intervenire sulla disciplina del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), che viene ridenominato come "Fondo per lo sviluppo e la coesione", individua nuovi strumenti procedurali idonei a rendere più efficace la politica di riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese, stabilendo le modalità con cui dovrà avvenire la ricognizione delle dotazioni  infrastrutturali, per progettare ed eseguire, proprio in aree carenti,  una “perequazione delle medesime infrastrutture”. In estrema sintesi, dice il legislatore, individuate le specifiche realtà territoriali, stabilito che i contributi speciali possono derivare dal bilancio dello Stato e dall’Unione Europea e, quest’ultimi, non possono essere sostitutivi dei contributi speciali dello Stato, si devono identificare le risorse pluriennali che confluiranno in fondi a specifica destinazione per interventi speciali, organizzati in piani organici, oggetto di intesa in sede di Conferenza unificata.

Si tratta allora semmai, per la Conferenza Permanente dei Sindaci, di rappresentare  alla Regione Calabria, nel pieno rispetto della Carta Costituzionale, possibilmente, lontano dai riti “festaioli” delle ricorrenze delle “Sagre Paesane”, l’obbligo di “raffrontare” questa ricognizione, i cui dati, a differenza di quanto è già avvenuto per la Sanità, andranno pubblicizzati, sui siti  della Stessa ed  ufficialmente  trasmessi ai singoli Comuni, per come avviene nelle Regioni Civili di tutta Europa.

Per quanto ci riguarda, nella speranza che su questi argomenti si aprano confronti utili e costruttivi, la nostra  operazione di stimolo “Verso la Coesione dell’Alto Tirreno, continuerà con argomenti sui settori specifici. Mauro D’Aprile, ex Sindaco di Belvedere Marittimo - 12.07.2012

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