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intervista al neo segretario del circolo Pd di Belvedere M.mo avv.Franco Perre PDF Stampa E-mail
Scritto da redazione   

Pubblichiamo l'intervista realizzata dalla redazione de laltrasinistra al neo segretario del circolo del Partito Democratico di Belvedere M.mo avv. Franco Perre

D - Iniziamo la conversazione con una sua riflessione sulla situazione politica nazionale , che ne pensa del decreto “Salva Italia”, ha rispettato quei principi di rigore , equità  e crescita di cui parlava Monti? Non crede che proprio perché siamo in condizioni di emergenza si poteva e si doveva fare di più?

R - Partiamo da alcune considerazioni. Le dimissione di Berlusconi non hanno modificato l’assetto del Parlamento. La maggioranza dei parlamentari era e rimane di centro destra. L’operazione lodevole del Presidente Napolitano è stata rivolta essenzialmente a dare al Paese un Governo dignitoso, un Governo che avesse credibilità e rispetto non solo interna ma soprattutto internazionale. Il Governo Monti  è composto da personalità di tutto rispetto, ma che hanno alle spalle una storia che certamente non è riconducibile al centro sinistra. L’estrazione prevalente è cattolico/moderata. Non diverso il contesto internazionale dove Francia e Germania sono retti da governi conservatori. La ricetta Monti non poteva prescindere da questo elemento di fondo. Solo un passaggio elettorale potrà dare al Paese un Governo diverso, un Governo sensibile ai temi di fondo di un centrosinistra moderno. Sta ai partiti predisporre una progettualità, un aggregazione di forze credibile ed un ceto politico adeguato. L’alternativa Governo Monti /elezioni non esisteva. Non si può non tenere in conto che a Febbraio 2012  scadono titoli di Stato per 260.000.000 di euro. Affrontare questa scadenza con Berlusconi in carica e in piena campagna elettorale, con le incertezze insite in una consultazione elettorale, sarebbe stato folle.Il secondo elemento da tenere in considerazione è il tempo a disposizione. I tempi dei provvedimenti sono stati scanditi dall’andamento della borsa e in particolare dall’andamento dei titoli di stato. Era necessario fare presto per evitare il fallimento. Riforme strutturali richiedono tempi più lunghi, tempi che il Governo Monti forse non aveva a disposizione. La manovra è figlia quindi di questi  elementi. E’ del tutto evidente che la manovra mentre risponde alla esigenza del rigore non risponde alla esigenza dell’equità. Poteva essere diversa? Ne dubito. Saranno possibili modifiche durante l’iter parlamentare? Me lo auguro anche se non sono ottimista. Spero comunque che superato il momento drammatico si affronti il problema di una riforma fiscale che veda al centro i patrimoni e non più le persone.

D - In Calabria il Partito Democratico sta attraversano una profonda crisi di identità, il commissario sen. Musi se ne andato sbattendo la porta. In che modo bisogna ripartire.

R - Dire che in Calabria il P.D., così come la sinistra intera, è in crisi a mio avviso è un eufemismo. In Calabria il P.D. esiste solo come cartello elettorale in cui personaggi vari entrano ed escono a seconda della personale convenienza del momento. Per non ristringere il discorso al solo P.D. pensiamo per un attimo all’On. Misiti eletto nelle liste di “Italia dei Valori” ed trasmigrato nella maggioranza berlusconiana per un posto da sotto segretariato. Ma per rimanere al P.D. penso a Loiero o allo stesso Adamo. Crisi di identità?  Una crisi di identità richiederebbe una discussione su chi siamo, su cosa vogliamo essere e tutto questo mi sembra mancare. A mio avviso stiamo assistendo a una lotta senza quartiere per il puro potere, per il controllo del partito. Il problema di fondo è che manca una politica regionale, un’idea progetto intorno alla quale discutere, confrontarsi ed eventualmente scontrarsi. I partiti sono considerati alla stregua di una hall di un albergo dal quale entrare e uscire in relazione unicamente agli interessi personali del momento.

D - Anche a Belvedere la situazione non è felice,  due le liste di centro-sinistra candidate alla guida del Comune, una divisione che ha di fatto riconsegnato il paese alle destre,  un solo consigliere comunale che rappresenta oggi  il Pd. Quale sarà la nuova linea politica del neo segretario?

R - La situazione a Belvedere rispecchia quella regionale. In un mio intervento su Laltrasinistra, successivo alle ultime elezioni comunali, chiedevo ai protagonisti di quella stagione le ragioni della frattura che avevano poi partorito due liste. Aspetto ancora la risposta. Il P.D. oggi non è presente in consiglio comunale. Il solo consigliere iscritto al P.D. fa riferimento al gruppo “Insieme” che è cosa diversa dal Partito Democratico. Ho però la presunzione di ritenere che le sorti di Belvedere siano strettamente legate alle sorti del Partito Democratico. Il mio impegno sarà diretto alla costruzione di una alternativa credibile nei contenuti e nella rappresentanza.

D - Il comune di Belvedere è in ritardo su importanti temi quali: il Piano Strutturale comunale , indispensabile strumento di pianificazione territoriale, la raccolta differenziata, la gestione delle risorse idriche, il risparmio energetico. Qual è la posizione del Pd rispetto a queste tematiche?

R - Non mi risulta che il Circolo di Belvedere M. abbia una specifica posizione sui temi indicati. Il circolo è da costruire dopo la disastrosa gestione della d.ssa Grosso Ciponte che è sfociata nel commissariamento del circolo. Posso dire che sui tempi indicati ed altri ancora di pari rilevanza per il momento non vi è una posizione del circolo. Abbiamo la necessità di costruirla attraverso il confronto tra gli iscritti, tra gli elettori dell’area del centro sinistra, ma anche tra quei cittadini disponibili a partecipare a una discussione aperta al contributo di tutti.

D - Le strepitose vittorie di Milano con Pisapia, a Napoli con De Magistris, il referendum di giugno hanno dimostrato che un altro modo di fare politica è possibile. Lei  crede che questa esperienza di partecipazione reale dei cittadini alla vita politica può essere ripetuta anche a Belvedere?

R - Se in situazioni difficili come Milano e Napoli si è vinto contro tutte le previsioni ciò significa che era giusto percorrere quelle strade. Posso dire inoltre che sono lontanissimo dalle posizioni di Enza Bruno Bossio che in un recente convegno tenutosi a Belvedere ha definito qualunquista il movimento del popolo viola e il De Magistris. La Bruno Bossio probabilmente preferisce il metodo delle primarie di Napoli che hanno reso ridicolo il partito in tutta l’Italia. A tal proposito posso anticipare che nel periodo delle prossime feste natalizie il Circolo di Belvedere proporrà alla cittadinanza l’adesione al “popolo delle primarie”. Si tratta di sottoscrivere una dichiarazione di essere elettore di centrosinistra e di voler partecipare alle primarie. In occasione delle prossime primarie potranno votare solo coloro che hanno sottoscritto l’adesione. Ritengo urgente porre un argine allo squallore delle passate primarie in cui a Belvedere si è consentito di partecipare alla consultazione anche a noti esponenti di centro destra.

D - Concludiamo la nostra conversazione con una domanda sulla difficile situazione economico-finanziaria che sta attraversando il Comune di Belvedere m.mo .  Il responsabile finanziario dell’ente ha analizzato dieci anni di attività amministrativa evidenziando criticità e responsabilità della classe politica. Qual è il suo pensiero a riguardo?

R - In situazioni di dissesto ogni amministratore tende ad attribuire la responsabilità ad altri. Nel caso di Belvedere ritengo che la responsabilità sia di tutti coloro che hanno amministrato ignorando i vincoli di legge. In un mio intervento ho lamentato che la riforma degli Enti Locali non ha mai varcato la soglia del Comune di Belvedere M.mo se non nel puro formalismo e molte volte neanche in quello. Anche i capi servizi hanno le loro responsabilità. Comunque non si governa un comune con le ordinanze. Per un quadro più completo sarebbe inoltre interessante avere i dati  relativi al contenzioso. Molte volte il contenzioso nasconde un debito che il ricorso al Giudice sposta nel tempo ma contemporaneamente fa lievitare.  Bisogna comunque partire da regole elementari: rigore ed equità nella politica delle entrate soprattutto in vista del federalismo municipale, copertura finanziaria della spesa, distinzione netta tra ruolo politico e ruolo gestionale.Sono queste a mio avviso le pre condizioni per riavviare un percorso virtuoso.

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