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sanità, non tagli ma investimenti PDF Stampa E-mail
Scritto da vincenzo cesareo   

Il tavolo di monitoraggio sull’andamento dei conti sanitari delle regioni italiane presso il ministero dell’economia, denominato Tavolo Massicci, non ha ancora certificato il bilancio consuntivo della Calabria.

Il visto tecnico serve a certificare il rigore gestionale ed il cammino di trasparenza richiesti dal governo per realizzare i piani di rientro dal debito sanitario. Le ragioni che, sinora, hanno indotto il tavolo Massicci al diniego, consistono, a parere dello scrivente, proprio nella mancanza di rigore gestionale e di trasparenza, derivanti dall’assenza del lavoro di squadra sia sul piano politico che su quello tecnico, per cui la situazione di partenza non è affatto migliorata, anzi è peggiorata, grazie alla sempre maggiore migrazione sanitaria causata da un peggioramento progressivo del sistema basato, essenzialmente, su manifestamente illogici tagli ai servizi sanitari, che non garantiscono i Livelli Essenziali di Assistenza che, per Costituzione (art. 117, co. 2), dovrebbero essere uniformi su tutto il territorio nazionale.

Il perseverare in tali atteggiamenti da parte del Commissario/Presidente on. Scopelliti, porta, di fatto, alla liquidazione della sanità in Calabria. Infatti, lo stesso, di fronte ai continui tagli che paventa per offrire, forse, rendiconti bugiardi tesi al recupero dei circa 900.000.000 di euro per la cosiddetta premialità, non si rende conto che la spesa sanitaria, durante l’ultimo anno e mezzo, è lievitata enormemente e che la voragine, presto, non sarà più colmabile senza seri, urgenti interventi strutturali volti, soprattutto, alla trasparenza.

Ci saremmo aspettati che il presidente regionale, forte del consenso ricevuto, avesse avuto la capacità politica di motivare lo status della sanità calabrese e che, per risolverlo, non di tagli, bensì di investimenti c’è necessità. Il vero problema non consiste nel taglio dei posti letto, che pure sono i più bassi dell’intero Paese (1,9 x mille abitanti, rispetto ai 4,5 previsti), ma nel recuperare la fiducia dei calabresi verso le strutture e gli operatori sanitari del territorio. Perché potranno essere realizzate, difficile in un momento in cui il governo ha addirittura cancellato i fondi per l’edilizia ospedaliera e/o per la messa a norma, anche le migliori strutture con le tecnologie più avanzate, ma se a governarle resteranno quegli stessi operatori scelti solo per appartenenza politica e non  per professionalità, continueranno ad essere soddisfatte (sic!) da ricoveri impropri ed ad essere sempre la palla al piede del bilancio regionale.

Non legge il Commissario/Presidente quanto sta valutando la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori medici, presieduta dall’on. Leoluca Orlando? Si è reso conto che su 470 casi da esaminare e verificatisi negli ultimi due anni in Italia, ben 97 (di cui 78 decessi) riguardano la nostra Regione, che, in questo caso, è la maglia nera? Ci saremmo, quindi, aspettati più coraggio e determinazione, non tagli indiscriminati, in un contesto nazionale e mondiale di grande crisi economica, che potrebbe addirittura rappresentare un’opportunità irripetibile per dare ossigeno alla sanità calabrese, cercando di traghettarla verso porti più tranquilli.

Ora o mai più! Le ultime due manovre finanziarie prevedono, per la sanità, tagli lineari di 8 miliardi. E la manovra ter, ormai giunta, non offrirà garanzie assistenziali alla persona, magari riformerà davvero la reversibilità delle pensioni, così come le indennità di accompagnamento per i soggetti non autosufficienti. In Calabria ci spetta solo la disperazione? dott.Vincenzo Cesareo - responsabile nazionale LiberiAmo l'Italia movimento politico-culturale - 24.10.2011

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