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canne al vento PDF Stampa E-mail
Scritto da franco perre   

Il verde pubblico e la pulizia  da sempre rappresentano  elementi distintivi di un paese.Una buona raccolta dei rifiuti solidi urbani, strade ordinate, verde curato sono certamente un biglietto da visita apprezzato, non solo dai concittadini quanto da coloro che soggiornano in una determinata località.

In questo ambito va dato atto del buon servizio espletato dall’azienda che attualmente cura la raccolta dei  rifiuti. E’ doveroso in questa sede ricordare l’impegno e la cura di Salvatore Perrone, assessore nella amministrazione D’Aprile.Durante il suo assessorato le aiuole poste ai bivi di Belvedere si sono trasformate da ricettacolo di sterpaglie in curate aree verdi.

E’ doloroso rilevare che il lavoro dell’amico Salvatore non solo è stato interrotto quanto del tutto abbandonato.Le siepi di pitosfori sono ormai secchi arbusti. Anche all’interno del centro abitato  i canneti stanno riprendendo il sopravvento e le sterpaglie avanzano inesorabilmente.Ho chiesto le motivazioni di tale abbandono.Mi è stato risposto che il comune non ha sufficienti fondi a disposizione da destinare alla cura del verde.

Ho osservato che  sono stati assegnati al Comune un numero consistente di lavoratori socialmente utili che potrebbero essere “utili” nella cura del verde.Mi è stato risposto che la quasi totalità ha certificato una patologia che non consente un utile utilizzo in servizi esterni. Anche annaffiare i pitosfori fa male alla salute.Mi rendo conto che per un amministratore il personale è sacro.Mai adottare un provvedimento che può non essere gradito. Pazienza se i pitosfori seccano.

La cura dell’elettorato inizia da una ossequiosa benevolenza rispetto alla desiderata del personale. Qualcuno obbietta che la legge  ha sottratto all’organo politico la gestione del personale. Forse nel resto d’Italia. A Belvedere certamente no.

Ha ragione l’Ing. Salvatore Cetraro: Belvedere per alcuni aspetti costituisce una repubblica autonoma in cui distratti amministratori spesse volte ritengono che il mandato popolare consenta loro comportamenti non rispettosi delle regole più elementari.

In particolare nonostante le chiare disposizioni legislative che hanno sancito la separazione dei ruoli  delle competenze tra organi politici e gestionali, gli amministratori e in primis il Sindaco continua a intervenire in materia di gestione del personale.

Un decreto sindacale non lo si nega a nessuno. Così cancellando con un colpo  di spugna leggi e regolamenti,  si nomina un capo servizio, si sposta un dipendente da un servizio meno gradito a un altro, si promuove sul campo. Poi quando si tratta di tutelare la salute non vi è pitosforo che tenga.

La minoranza tace.Probabilmente  non ritiene politicamente opportuno intervenire.E poi è una pratica che accomuna nel tempo.Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E i cittadini. Come canne al vento osservano impotenti e sfiduciati. A quando un sussulto morale. Franco Perre - 10.08.2011

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