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accorpamento della scuola ITT di Acquappesa, lettera aperta all’on.Mario Oliverio PDF Stampa E-mail
Scritto da franco perre   

Caro Presidente, ho insegnato per dieci anni all’Istituto Tecnico per il Turismo di Acquappesa. In questi anni ho lavorato per un consolidamento della Scuola sul territorio con risultati incoraggianti, svaniti però nel giro di pochi mesi.

Sono andato in pensione il primo settembre giusto in tempo per registrare gli effetti catastrofici di una decisione sbagliata: l’accorpamento dell’I.T.T. all’Istituto Comprensivo di Guardia Piemontese.

Ho apprezzato l’impegno dell’amministrazione comunale di Acquappesa nei confronti dell’Istituto e ho giudicato le determinazioni ultimamente assunte uno spiraglio, una speranza di rilancio.

In particolare ho condiviso la scelta di accorpamento ai Licei di Belvedere per la serietà dell’approccio al problema.

Le determinazioni dell’amministrazione comunale di Acquappesa e del Collegio dei Docenti dei Licei sono state non già punto di partenza ma punto di arrivo di un lavoro sinergico.

Punto  di arrivo di un progetto, di un Piano dell’Offerta Formativa diretto a fornire al territorio necessarie professionalità e ai giovani una concreta prospettiva di lavoro.

Ho appreso con soddisfazione che l’Amministrazione provinciale, nella tua persona, aveva condiviso la proposta, così come era stata condivisa dal capo gruppo DS e da altri consiglieri provinciali.

So che nella conferenza dei servizi indetta dalla Provincia sul dimensionamento della rete scolastica avevi fatto tua la proposta, esprimendo il corretto principio di aderire alle determinazioni delle amministrazioni locali ed avevi altresì criticato la richiesta dell’IPSIA anche  per incongruenza relativamente alle determinazioni precedentemente assunte nei Collegi dei Docenti di quella scuola e dell’Istituto Tecnico Commerciale di Paola.

Ho appreso con incredulità e sgomento la scelta assunta in Consiglio provinciale.

Ho registrato la coerenza del consigliere Ernesto Clausi, unico ad esprimere voto contrario.

Ho cercato una spiegazione logica a una decisione maturata nel corso di una notte, alla mancanza della pur minima critica di quanti con te avevano condiviso la originaria proposta, ma francamente in un primo momento non sono riuscito a trovarla.

Poi ho riflettuto.

Ho capito che l’unica ragione di una così eclatante smentita di te stesso  poteva annidarsi unicamente nel realismo politico: il realismo di una politica vecchia e stantia che ha ridotto la sinistra ad un simulacro di se stessa e piegato le istituzioni a mero mercato di interessi di parte.

Certamente riterrai il mio giudizio ingeneroso e privo di riscontri oggettivi.

Ma come giudicare diversamente una scelta che viene motivata, per i non addetti ai lavori, unicamente come tentativo di evitare la perdita dell’ autonomia dell’Ipsia di Paola.

Una scelta che si affida unicamente ai numeri, che non tiene in alcun conto del retrostante progetto, dell’offerta formativa da proporre al territorio e ai giovani studenti.

 

Una scelta assunta nel più palese dispregio delle  legittime aspettative di quanti hanno creduto in una offerta formativa nuova. Una  scelta che ha considerato l’I.T.T. di Acquappesa un pacco postale da indirizzare ieri all’Istituto Comprensivo di Guardia Piemontese ed oggi all’Ipsia di Paola.

Quell’Ipsia che  nell’anno scolastico 2006/2007 aveva tentato di sottrarre all’I.T.T. di Acquappesa sei alunni, tentativo fallito per la ferma opposizione dei genitori e l’intervento del Dirigente Scolastico Provinciale.

 

Scomodando il pensiero del Giambattista Vico, grande filosofo napoletano, possiamo affermare che  la storia si ripete sempre due volte: una volta sotto le vesti della tragedia ed una seconda sotto le vesti della farsa. Lo scorso anno abbiamo assistito ad una tragedia. Quest’anno la vicenda ha tutti i connotati della farsa. Questa politica francamente non suscita in me il necessario interesse.

Non suscita più quella spinta ideale che è alla base di chi aderisce ad un progetto politico non per interesse di bottega ma per pura spinta ideale.

La conclusione coerente non può che essere una: il distacco dalla politica e dal  Partito Democratico.

Sono cosciente che dall’alto dei  duecentocinquantamila voti confluiti alle ultime elezioni sulla tua candidatura a presidente non potrai che sorridere a fronte di questa mia decisione.

Ma forse sono anche queste mie riflessioni che hanno ridotto il Partito Democratico a semplice controfigura di se stesso. Un cordiale saluto. Franco Perre -

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