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“panem et circenses”, ovvero quando usi e costumi non cambiano PDF Stampa E-mail
Scritto da antonello troya   

Traduco per chi non ha dimestichezza con il latino, ovvero tutta la maggioranza: “Pane e giochi (del circo). Alcuni imperatori per guadagnarsi il favore del popolo avevano partorito un’idea particolarmente apprezzata: giochi di vario genere con la distribuzione di pane gratuito.

Tutto ciò con un solo fine: far conoscere il proprio sistema politico e accaparrarsi il consenso. Teatro dei giochi era il Circo Massimo e successivamente il Colosseo. Cambiano i tempi ma la regola è sempre la stessa, solo che stavolta il teatro dei giochi è diventato il Consiglio comunale. E il pane? Sorvoliamo. “Falsum saepe vero suavius est”, la menzogna è più gradevole della verità, come menzognera è la lettera che il primo cittadino ha scritto (opss pardon, che avrebbe scritto considerato che dalle informazioni del file di word esce chiaramente che è stata realizzata da Momio) sul mio conto. Ma capisco “navigare necesse est”, ed è ciò che la maggioranza sta facendo, navigare a vista.

Caro Enrico: è sconsideratezza politica immaginare che tutto vada bene. Un capogruppo di maggioranza e un consigliere che votano con la minoranza: in tempi migliori le dimissioni erano un atto dovuto. Un altro che si defila durante le operazioni di voto. E tu, caro sindaco (o meglio chi scrive per te) parla di “fantomatiche divisioni della maggioranza consiliare di Belvedere Marittimo, frutto evidentemente solo della fervida quanto malevola fantasia dell’autore”? E’ imbarazzante, sindaco, molto imbarazzante.

Li vede solo il cronista, queste divisioni: quello che “confonde la libertà di stampa con una sorta di “licenza di calunnia”, che si inventa “notizie” prive di fondamento, per perseguire fini personali?”

Dispiace che tu possa pensare ciò. Ritengo che nella vita ci sia il tempo giusto e necessario e soprattutto il luogo adatto per affrontare le cose. Non è sfogo personale: è l’attendibilità di un giornalista che ha fatto del suo lavoro una ragione di vita. Come di chi ti ha sempre sollecitato in questi 5 anni di gestione D’Aprile (quando eri diventato un perfetto sconosciuto), ad agire per il meglio per il tuo paese.

Sorvolo sulla presunta “violazione di qualsiasi regola professionale, etica e morale”, che solletica solo il mio vago interesse. Ti assumi la responsabilità di parlare anche a nome dei consiglieri di maggioranza e dell’esecutivo quando dichiari “la totale inesistenza di dissensi interni”. Credimi sindaco, con me sostenevano il contrario. E sai che è vero.

Diverte poi che l’assessore comunale Ciro Campilongo si elevi a martire, colpito attraverso “articoli recenti e remoti” dalla stampa. Ho ancora tra le carte un documento della campagna elettorale: “Mai con Enrico Granata”, a firma sua. Per correttezza d’informazione, Ciro Campilongo (al momento della stesura della presente nota) non è ancora subcommissario al Valle Lao. O anche questo argomento (la mancata nomina) se diventa articolo è “una delusione politica mal digerita”??

La verità è che come ai tempi del buon Mauro D’Aprile, quando l’allora consigliere comunale Nicola Riente mandò un fax di protesta contro il mio giornale e all’ordine dei giornalisti (con l’esito che sappiamo, ovvero io sono ancora qua e il buon Riente è ritornato a fare l’applicato di segreteria), nulla è cambiato: si cerca come sempre di imbavagliare la libera informazione, dove il dissentire diventa sinonimo di tradire, che nasconde chissà quali oscuri motivi.

Non puoi chiedermi di chiudere gli occhi su argomenti che non esulano dal tuo interesse di amministratore: dov’è il paese reale nei tuoi interventi? Quali sono quelli per i giovani disoccupati? Cosa hai fatto per i disagi che vivono giornalmente i disabili, le periferie, le associazioni?

Il nostro paese vive una drammatica crisi sociale, finita nel dimenticatoio della vostra indifferenza. La storia del gonfalone, poi, è il segnale dell’indifferenza di voi rappresentanti istituzionali verso un simbolo della comunità, che non è tuo, è del popolo tutto. Tutti i vigili dei paesi presenti in alta uniforme e il gonfalone di Belvedere portato in corteo durante il funerale del sindaco di Pollica, da un cittadino scaleoto, per fortuna animato da forte senso civico.

Il 10 agosto l’incarico è giunto al termine: una situazione che non mi consentiva di svolgere il mio lavoro di giornalista senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali, rischiando di schiantarmi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei miei lettori, quelli che hanno sempre creduto in me. Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Io faccio informazione, ad altri lascio fare propaganda. Antonello Troya - 18.09.2010

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