Caro Giovanni, ti scrivo questa lettera per congratularmi ancora una volta con te e con l’eccellente lavoro che fai, cercando di informare costantemente i tuoi “navigatori” e lettori su quanto accade a Belvedere Marittimo.

È importante il ruolo che tu e “BelvedereNews” state svolgendo in questo paese, colmando un vuoto che oserei dire abissale, che esiste e che segna la libera informazione e il libero confronto. Un’occasione in più per segnalare invece il silenzio del sito internet del Comune. L’assist mi è stato dato dalla presenza sul sito di un filmato da me realizzato per la Rai – Tg3 e che invece me lo ritrovo con tanto di titolo sulla home page comunale, quello della conferenza dei servizi delle scuole di Belvedere Marittimo. E ancora, vedo la nota stampa da me realizzata (gratuitamente) all’assessore al turismo Vincenzo Cristofaro sull’esito della stagione estiva; le mie foto (quelle del sindaco e quella dell’anfora ritrovata a mare) e le delibere, naturalmente copiate dal sito de “laltrasinistra”. Insomma, caro Giovanni, il sito che il Comune realizza a pagamento (5 mila euro all’anno per due anni) copia (ed è l’unico termine da usare) gli argomenti. E ciò è uno scandalo se si considera che vengono utilizzati i soldi dei contribuenti. Vorrei che il silenzio della minoranza una buona volta si sciogliesse e che Raffaela Sansoni, Riccardo Ugolino, Tizio De Luca, Mauro D’aprile e Salvatore Cetraro rompessero gli indugi denunciando questo sperpero di soldi pubblici. Anzi vorrei che facessero meno i timidi e scrivessero di adempimenti dovuti da mettere sul sito, ma non eseguiti: ad esempio delle retribuzioni annuali, dei curriculum vitae, degli indirizzi di posta elettronica, dei numeri telefonici ad uso professionale dei dirigenti e i dati relativi ai tassi di assenza e presenza del personale aggregati per ciascun ufficio dirigenziale, come previsto dalla legge n. 69 del 18 giugno 2009. E ancora sugli avvisi delle convocazioni dei Consigli comunali, dell’elenco delibere e contenuto. Ma sono certo che ancora una volta passerà la linea del “volemose bene”. Ma per quanto ancora? Antonello Troya - 11.09.2010