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Napolitano il nostro Presidente, riflessioni sulla lettera inviata alla famiglia Craxi PDF Stampa E-mail
Scritto da pasquale greco   

È stato sempre un possibilista, componente leader dell’ala migliorista del PCI di allora, ma la rilettura fatta di quel periodo sembra voler intorbidire la realtà così chiara e atroce. Una realtà inquinata e scandalosa fatta di tangenti e malaffare che forse coinvolgeva i vertici di tutte le formazioni politiche.

Napolitano ha sempre avuto una certa simpatia per l’intraprendenza di Craxi e per come sia riuscito ad arrivare al governo con un partito al di sotto del 9 %. Ma la rivalutazione, con la lettera spedita ad Hammamet, è ingiusta e scorretta. Craxi è stato l’unico leader politico al quale siano stati trovati conti personali dove confluivano soldi provenienti da tangenti. E dal punto di vista politico Pietro Ingrao ci ricorda che “in quegli anni molto aspri per la vita politica e sociale italiana Craxi si è schierato con la parte più conservatrice della vecchia D.C., con Forlani e Andreotti e non certo con Zaccagnini. Dopo la morte di Moro ha intensificato la sua lotta anticomunista, distruggendo, di fatto, l’unità delle sinistre”.

Il partito di Craxi non fù un partito di classe o di opinione. Così come per il partito di Berlusconi adesso, era un insieme di consorterie borghesi all’obbeddienza del capo. Cortigiani che vivevano e vivono della gloria e dei favori del “divino”. Il divino era intoccabile e al confronto Bobbio era un “filosofo dei miei stivali”, “Scalfari un mascalzone grandissimo e recidivo”, Biagi un moralista un tanto al chilo”, “De Mita? Per durare deve servire caffè e latte ai socialisti tutte le mattine”.

L’attuale legge elettorale ne è logica conseguenza.

Nel partito di Craxi si insegnava ai giovani l’arte di raccogliere le tangenti per finanziare il partito mentre il “capo” faceva convergere le finanze del partito con le finanze personali.

Dalle analisi di Travaglio: "Nella caccia al tesoro, anzi ai tesori di Craxi - sparsi per il mondo tra Svizzera, Liechtenstein, Caraibi ed Estremo Oriente, il pool Mani Pulite ha accertato introiti per almeno 150 miliardi di lire, movimentati e gestiti da vari prestanome: Giallombardo, Tradati, Raggio, Vallado, Larini e il duo Gianfranco Troielli & Agostino Ruju (protagonisti di un tourbillon di conti e operazioni fra HongKong e Bahamas, tuttora avvolti nel mistero per le mancate risposte alle rogatorie).Finanziamenti per il Psi? No, Craxi rubava soprattutto per sé e i suoi cari. Principalmente su quattro conti personali: quello intestato alla società panamense Constellation Financière presso la banca Sbs di Lugano; il Northern Holding 7105 presso la Claridien Bank di Ginevra; quello intestato a un’altra panamense, la International Gold Coast, presso l’American Express di Ginevra; e quello aperto a Lugano a nome della fondazione Arano di Vaduz".

“Craxi – si legge nella sentenza All Iberian confermata in Cassazione - è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell’apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito finanziamento quale deputato e segretario esponente del Psi. La gestione di tali conti… non confluiva in quella amministrativa ordinaria del Psi, ma veniva trattata separatamente dall’imputato tramite suoi fiduciari… Significativamente Craxi non mise a disposizione del partito questi conti”. Su Constellation Financiere e Northern Holding - conti gestiti dal suo compagno di scuola Giorgio Tradati - riceve nel 1991-‘92 la maxitangente da 21 miliardi versata da Berlusconi dopo la legge Mammì. Sul Northern Holding incassa almeno 35 miliardi da aziende pubbliche, come Ansaldo e Italimpianti, e private, come Calcestruzzi e Techint".

Mi sembra di aver capito che il Presidente, nella sua lettera, tenti di spiegare che così fan tutti da sempre. E se così fan tutti, per risolvere il problema e creare un confronto e un clima più tranquillo in Parlamento, basta che ciò venga inserito in un quadro legislativo che lo consenta, piuttosto che affidarsi alla Magistratura.

Delegittimando l’azione politica positiva del PCI di allora insieme al lavoro della Magistratura, di fatto, si legittima l’attuale sistema di privilegi e corruzioni. E ancor più grave si disorientano tutte le nuove generazioni che sognano e credono in un futuro sereno dove la legge sia uguale per tutti e dove il destino di molti non sia deciso da pochi.

Nell’intravvedere il “capolinea” quasi tutti cercano conforto in Dio nella speranza di legittimare il percorso della propria vita; possibile che Napolitano abbia davvero creduto a Berlusconi quando dice di essere “il Dio in terra”? Pasquale Greco - 22.01.2010

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