cerca nel sito

Laltrasinistra, Powered by Joomla! and designed by 123WebDesign
appunti per il partito democratico PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

Di buon grado accetto la sollecitazione di Domenico Amoroso, apparsa sul Blog dell’Altrasinistra domenica 20 c.m., che, insieme a Pino Gagliardi, nel lamentare una scarsa “emozionalità” che avrebbe pervaso i Dirigenti, i Militanti ed i simpatizzanti del Partito Democratico, li invita  a far conoscere il proprio orientamento sulle tre mozioni programmatiche nazionali, presentate rispettivamente da Franceschini, Bersani e Marino.

Un silenzio, quello locale, apparentemente stridente con i tanti chiassosi clamori dei nostri singoli esponenti nazionali e regionali che, nel tentativo di offrire un contributo alla causa, danno la sensazione di esternare sempre più “dichiarazioni di pentiti”, utili, per scaricare proprie responsabilità. L’effetto,  forse voluto e perfino ricercato, è quello di generare un “pessimismo cosmo-politico”; una sorta di clima tombale, tutto calabrese, rievocante le  Tragedie Greche nelle fasi corali di attesa, dietro le quinte, all’incalzare dei Protagonisti sulla scena. Interventi di parte,  recanti personalissimi distinguo, delocalizzati dal tema centrale,  ed incancrenitisi, oramai, nel becero tentativo di accreditarsi, presunti, propri prestigi  a denutrimento di, presunte, malefatte altrui, col risultato  di peggiorare la situazione  in una sfiducia irreversibile.

Non si è così sciocchi ed ingenui da non mettere in conto che, tra i contendenti(di cosa?), ci siano anche coloro che, nel provocare la sfiducia complessiva, attendono il conseguente“puerile”risultato, del”tanto peggio tanto meglio”; ipocrita ”comodo lascito” di quella “pochezza calabrese”, sostanziata nel nostro DNA.

Meccanismo felicemente collaudato ,patrimonio di uno scarso “bagaglio tecnico politico”. Nel finto tentativo di escludersi, inveendo, con le truppe ben ordinate in attesa di una conclamata(esplosione), ci si ricompone deprecando in una(fusione), ma, a truppe sciolte!Come sempre, protoni e neutroni si fondono: i “glioni”,restano esclusi!Nell’invocare la partecipazione, ottenuta, si attua la esclusione.

Più che far ridere l’avvilente risultato resta, comunque, comodo a “quelli di sempre”: “quelli che da lungo tempo non rappresentano alcunché, non avendo un proprio consacrato ruolo extraregionale, pur partecipando ad assisi nazionali, con il risultato  di una Calabria permanentemente “esclusa”.

Per fortuna la Partita in gioco è di più ampio respiro, non è solo calabrese!La posta in gioco riguarda l’intero Paese e l’avvenire delle giovani generazioni , delle donne e degli anziani. Non possiamo permetterci di “guastare il percorso”. Le cronache in prima pagina ci stanno deridendo!

 

                                                                       *  *  *

A livello più generale un’opinione molto diffusa,non soltanto nel centrodestra ma anche in ampi settori del centrosinistra, ritiene che il Partito Democratico non abbia le idee chiare sulla propria identità, non conosca né voglia conoscere i problemi del paese e sia percorso da una pulsione alla rissa interna alimentata soltanto da contrastanti ambizioni personali. Offra insomma al pubblico uno spettacolo miserando che qualcuno ha definito tragicomico e che avrebbe il solo effetto di accrescere l’irruente baldanza del potere berlusconiano.

 

Non ritengo che le cose stiano in questo modo anche se non mancano segnali di preoccupazione e forze centrifughe che spingono al peggio.

Uno, intanto non mi pare che ci siano obiezioni da opporre ma soltanto solidarietà da esprimere agli estensori delle mozioni che stanno cercando con diuturna fatica di raddrizzare il timone d’una barca, quella del Paese Italia, assai mal diretta dai nocchieri che dovrebbero assicurarne un’ordinata navigazione. Tutto altro !

Due, intanto, salvo mie personali poche attente letture, ritengo che i valori di un partito riformista sono largamente condivisi al suo interno. Sono i valori di  libertà, eguaglianza, solidarietà con i deboli, non violenza, difesa dell’ambiente. Ma poi questi valori che distinguono fortemente la sinistra dalla destra, vanno tradotti in una linea concreta e qui, come è naturale, le posizioni divergono.

Il buon andamento della cosa pubblica riposa anche sull’esistenza d’una forte opposizione che abbia idee chiare sulla visione del paese e dei suoi problemi.

Quella di Bersani punta ad un partito di sinistra con forti connotati laici, evoca l’Ulivo, cioè una vasta alleanza di forze unite da un programma e da un comune avversario, si prefigge una legge elettorale alla tedesca e mira ad una alleanza nazionale, vasta anche con il centro cattolico e moderato(Casini).Identifica la propria proposta alla costruzione di una Cattedrale capace di contenere tutti i bisogni sociali ed ancora in grado di proiettarsi all’attenzione Europea per un riequilibrio della sfera occidentale nel panorama della globalizzazione.

Il programma di Franceschini fa perno invece sul definitivo superamento delle antiche identità ex DS ex Margherita, esalta un programma riformatore che colga i bisogni e le speranze dei vari ceti sociali e dei territori di insediamento del partito, sottolinea il ruolo degli elettori che si iscrivono al partito per partecipare alle primarie, fissa nel conflitto di interessi e in una legge che lo impedisca  un impegno prioritario, conferma la laicità come connotato di fondo e infine pone il tema d’una classe dirigente nuova e della sua selezione.

Marino mette in prima fila il laicismo, stigmatizza in maniera forte i comportamenti interni dei rappresentanti del Partito nei diversi momenti decisionali di provvedimenti governativi ed in quelli gestionali, invoca una solidale coerenza e si riserva di convergere con i suoi delegati sul nome di quello dei due candidati principali che presenti spiccate affinità con il suo programma.

 

                *  *   *

Uno degli elementi della partita politica è rappresentato dall’andamento della crisi economica, che il governo ha finora esorcizzato, prima disconoscendone l’esistenza e poi dandola già per conclusa. Siamo il solo governo del mondo occidentale che abbia avuto questa posizione in due fasi entrambe caratterizzate da una consapevole dissimulazione della realtà.

Qualche cifra servirà a chiarire, almeno per chi abbia la capacità e voglia di capire, riportandoci con i piedi a terra. Il confronto tra i dati del primo quadrimestre del 2008 con il corrispondente periodo del 2009 registra una diminuzione della produzione industriale del 21 per cento e degli ordinativi di oltre il 3°. Ancora più grave è il crollo delle esportazioni che rappresentano il principale elemento di sostegno della domanda: una diminuzione del 24 per cento. Quanto al nostro prodotto interno lordo, le previsioni del Dpef  lo collocano almeno 5,1 ma altre attendibili fonti lo collocano addirittura al meno 6.

Le altre cifre accolte nel Dpef concernenti il deficit, l’aumento delle spese, la diminuzione delle entrate, l’aumento del debito pubblico e della pressione fiscale confermano che erano giuste le previsioni della Banca d’Italia e sbagliate quelle del Tesoro di due mesi fa, ma il peggio riguarda il settore dell’occupazione, destinata ad una vera e propria discesa  fino alla primavera del 2010. Una discesa strutturale e non congiunturale poiché è accompagnata dalla distruzione dei posti di lavoro che per molti anni non saranno compensati da una estensione della base produttiva.

 

Berlusconi e Tremonti giocano a dissimulare la realtà del Paese. Bersani, Letta e Rosy Bindi con la loro Mozione ricompongono l’agenda delle emergenze e del disagio sociale passato in un solo anno all’11,3 per cento di “relativamente poveri”, pari ad otto milioni  di italiani racchiusi in 2 milioni e 737 mila famiglie.

I poveri definiti assoluti sono ormai il 4,6 per cento e vanno a ulteriormente rimpinguare” l’esercito dei dannati sociali” comprendente secondo l’Istat 2 milioni e 893mila unità, per un milione e 126 mila nuclei domestici.

Una mozione, la Nostra, quella di Bersani che da una sterzata alle politiche di Welfare, rientrandole seriamente sulla famiglia e ponendo le premesse, prima per il contenimento, poi per un recupero via via più consistente della stessa marginalità sociale.

Il Partito Democratico da noi immaginato parte dai principi ispiratori dell’Alleanza Europea ritenute la forma più avanzata di governo multilaterale e democratico della globalizzazione, della regolamentazione dei flussi migratori, della soluzione dei conflitti mediorientali, per la riduzione dell’inquinamento, per la ricerca e le tecnologie. Un partito riformista capace di arginare il “rischio” della coesione del paese con una proposta ”praticabile” per il governo dello stesso che tende a ridurre le disuguaglianze e liberare il “merito”: superare il dualismo del mercato del lavoro;sostenere le famiglie e i loro redditi; introdurre un reddito minimo di inserimento; estendere la qualità del sistema sanitario e renderlo sostenibile; aiutare gli autosufficienti. Un nuovo patto di “fedeltà fiscale”. Una nuova stagione di liberalizzazioni. Riforme necessarie per gli imprenditori per tornare a competere nella considerazione che Ricerca, Scuola e Università sono la prima fonte di energia per il Paese.

                                                                            *  *  *

Un Progetto non può essere mai compiuto. La vocazione maggioritaria non significa rifiutare le alleanze, ma,  al contrario renderle possibili sulla base di chiari vincoli programmatici. Non l’autosufficienza ma l’impegno di elaborare un progetto valido per il Paese. Non possiamo più confondere il bipolarismo con il bipartitismo. Per questo sul piano istituzionale siamo per un modello parlamentare rafforzato in alternativa a formule più o meno mascherate di presidenzialismo, attraverso una legge elettorale chiara che rende l’elettore determinante nella scelta degli eletti e del governo. La risoluzione  definitiva del “conflitto di interessi, per noi non è la persecuzione di soggetti “divinizzati” ma è il raggiungimento del minimo livello di guardia della democrazia da una eventuale esaltazione “dell’Io” tanta cara ai quadri “pedagogici” delle dittature, effetto di quella naturale torsione della Democrazia Partecipata verso una democrazia Autoritaria.

 *  *  *       

Le democrazie vivono sul rapporto di fiducia che si instaura tra il popolo e le istituzioni. Ma poiché le istituzioni sono rappresentate da persone, quella fiducia si instaura tra il popolo e le persone istituzionali.

Il rapporto fiduciario a sua volta si qualifica con due diverse modalità: la fiducia con partecipazione  e quella con delega in bianco.

Quest’ultima può essere revocata ma se dura troppo a lungo la revoca diventa difficile e sempre meno probabile anche perché l’area della partecipazione tende a restringersi mentre le istituzioni tendono ad assumere connotati sempre più autoritari.

Noi stiamo vivendo questa fase con una intensità che non è mai stata così accentuata in tutti i settant’anni di storia repubblicana.

Le democrazie autoritarie derivano dunque da una torsione della democrazia partecipata verso una democrazia autoritaria con tratti di regime stabile e sempre più difficilmente revocabile.

Il modello di democrazia autoritaria tende a raccontarsi in modo dissimile dal vero ed è a questo punto che la menzogna istituzionale diventa strumento primario di potere, deforma la realtà, indebolisce i poterei di garanzia, esercita la sua crescente influenza sui mezzi di informazione, dispensa favori e privilegi, viola diritti, narcotizza la pubblica opinione. La morale viene messa in soffitta, il teatro-spettacolo sostituisce la politica.

Tutto quanto questo, insieme, dentro al Partito Democratico e appena fuori, lo imputiamo a Berlusconi ed al berlusconismo.Noi stiamo vivendo questa fase. Ad una tale deriva occorre resistere cercando di costruire il futuro.Il nostro Congresso è il primo degli appuntamenti.Mauro D’Aprile-Direzione Provinciale PD-Gruppo Letta - 24.09.2009

e-max.it: your social media marketing partner
 

Questo sito utilizza i cookie per gestire la navigazione ed altre funzioni.Chiudendo questo banner o cliccando su qualunque elemento di questa pagina acconsenti all'uso dei cookie. Per ulteriori informazioni sui cookie che utilizziamo e come eliminarli, visitare la nostra pagina cookies police.

Accetto i cookie di questo sito.

EU Cookie Directive Module Information