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Mazzini e i Doveri dell’Uomo PDF Stampa E-mail
Scritto da paolo carrozzino   

L’epilogo della vicenda dei migranti rimasti, per qualche giorno, a bordo della nave della Guardia Costiera “Diciotti”, attraccata nel porto di Catania, senza possibilità di sbarcare, non esime, a mio modo di vedere, dall’esprimere alcune doverose considerazioni sull’argomento;

considerazioni che prescinderanno sia dal dettaglio delle disposizioni di diritto nazionale, internazionale e/o comunitario eventualmente applicabili al caso, sia dal dato più squisitamente politico-rappresentativo della questione e che, invece, muoveranno dalla richiesta di adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà enunciata dall’articolo 2 della Costituzione repubblicana.

Non tratterò, quindi, né della obbligatorietà, o meno, di riconoscere e garantire, o meno, alcuni diritti, invece che altri alle persone (bambini, donne e uomini) tratte in salvo dalla e trattenute sulla “Diciotti”, né, tantomeno, dei diritti che, in via presuntiva, si è cercato di difendere con gli atti ed i comportamenti tenuti nella circostanza, ovvero della loro titolarità e neppure della valutazione in ordine alla maggiore o minore meritevolezza di tutela dei primi rispetto ai secondi o viceversa.

In questi ultimi giorni, infatti, ho avuto la possibilità di leggere, nuovamente, la pagina conclusiva della tesi di laurea di un caro amico e collega, il quale discusse dei doveri inderogabili espressi nella Costituzione Italiana; le ultime righe del Suo lavoro furono dedicate ad una citazione tratta dal saggio “Doveri dell’Uomo” di Giuseppe Mazzini: ne condivido totalmente lo spirito e, soprattutto, rappresenta le mie personali convinzioni sulla vicenda “Diciotti”.

«Colla teoria dei diritti possiamo insorgere e rovesciare gli ostacoli; ma non fondare forte e durevole l'armonia di tutti gli elementi che compongono la Nazione. Colla teoria della felicità, del benessere dato per oggetto primo alla vita, noi formeremo uomini egoisti, adoratori della materia, che porteranno le vecchie passioni nell'ordine nuovo e lo corromperanno pochi mesi dopo. Si tratta dunque di trovare un principio educatore superiore a siffatta teoria che guidi gli uomini al meglio, che insegni loro la costanza nel sacrificio, che li vincoli ai loro fratelli senza farli dipendenti dall'idea d'un solo o dalla forza di tutti. E questo principio è il DOVERE. Bisogna convincere gli uomini ch'essi, figli tutti d'un solo Dio, hanno ad essere qui in terra esecutori d'una sola Legge - che ognuno d'essi, deve vivere, non per sé, ma per gli altri - che lo scopo della loro vita non è quello di essere più o meno felici, ma di rendere se stessi e gli altri migliori - che il combattere l' ingiustizia e l'errore a beneficio dei loro fratelli, e dovunque si trova, è non solamente diritto, ma dovere: dovere da non negligersi senza colpa - dovere di tutta la vita».

Paolo Carrozzino - 31.08.2018

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