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contro l’astensionismo referendario PDF Stampa E-mail
Scritto da w.nocito - c.andreoli - d.di blasi - comitati per il no   

Il Referendum costituzionale di fine novembre è stato definito da Francesco Cirillo una vera e propria “trappola istituzionale”.

Rispetto a questa trappola, Francesco Cirillo, sul sito www.laltrasinistra.it e su altri siti web, invita “il popolo, i giovani, le donne, e gli operai” ad astenersi dal voto in quanto “Il popolo, i giovani, le donne,  gli operai sono fuori da tutto questo scontro, loro lo sanno e vogliono tirarli dentro a tutti i costi …” (confronta qui il testo).

Invece che votare NO, ovvero votare SI, secondo la tesi di Francesco Cirillo, “la lotta dura deve ritornare nelle piazze, deve assaltare i palazzi del potere, liberare le strade dalla mafia del controllo sociale e dal controllo militare, riprendersi la vita … L’unica arma che resta è il conflitto totale, la riconquista degli spazi sociali, dell’abitare per tutti, del lavoro garantito e la soppressione di tutti quei privilegi che hanno permesso a questa pletora di politici di ogni genere di aggrumarsi nelle stanze del potere”.

Ciò in quanto il confronto/scontro tra le distinte e opposte ‘ragioni del SI’ e le ‘ragioni del NO’ sarebbe solamente “uno scontro di potere, di poteri che vogliono ognuno stabilizzarsi negli spazi conquistati”.

In questo quadro ricostruttivo Francesco Cirillo si (e ci) chiede: “Che c’entra il popolo in tutto questo  scontro di potere? e perché si vorrebbe portarlo dentro a questo scontro?”.

Ci sono poi altri (numerosi) interrogativi alcuni dei quali centrali e dirimenti la prossima scelta referendaria (tipo: “Risolverà forse,  questo referendum i problemi della casa, della salute, della scuola, del lavoro?” Ovvero tipo: “Un Si o un NO risolverà il problema del fascismo e del razzismo”… Ovvero tipo:  “Qualcuno ha parlato della funzione del carcere nella Costituzione che è quella del recupero, piuttosto che le leggi fasciste del 41 bis?”).

A queste domande molti possono rispondere, e non sarà nostra cura replicare in maniera puntale ed estesa (ma nelle varie iniziative sul territorio – che sono ovunque in aumento - le risposte a questi interrogativi sono molte, chiare e continue).

Come “Comitati civici per il NO al riforma costituzionale Boschi-Renzi” possiamo solo ribadire che l’opzione astensionista è nel nostro ordinamento sempre lecita ed anzi - per massimo paradosso - è il massimo possibile dell’esercizio di alcune delle libertà costituzionali (la “libertà di voto” e ““libertà di manifestazione del pensiero”) previste dalla prima parte della Costituzione (artt. 48 “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico” … e 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione …”).

L’unica domanda, seguente una prodromica asserzione di merito storico-politico, alla quale possiamo, ed anzi dobbiamo, rispondere è però quella che Francesco Cirillo si pone in avvio della sua proposta astensionistica; e cioè l’asserzione (con conseguente domanda dall’asserzione co-implicata) per la quale: “(… La Costituzione in Italia non è mai esistita, smantellata pezzo per pezzo da infiniti decreti, leggi, leggine che l’hanno completamente snaturata, trasformandola  in un inutile pezzo di carta dal valore storico) … E l’hanno distrutta tutti coloro che hanno governato dal 1945 ad oggi. E oggi quelli che l’hanno distrutta vorrebbero farci credere che la difendono  votando NO:  e chi sono questi difensori della carta costituzionale? D’Alema, Bersani, la CGIL, Casapound,  Berlusconi,  Salvini, Grillo”.

Fatta quest’asserzione, il Cirillo, con ingenuità (ma usando il verbo condizionale…) e però con non elevato acume storico-politico, si chiede “Questi sarebbero i difensori della Costituzione nata dalla Resistenza?”.

A questa domanda come “Comitato civico per il NO al riforma costituzionale Boschi-Renzi” possiamo tranquillamente rispondere che non solo loro (quelli da lui indicati con precisi cognomi, tutti assimilati alla “casta”) “sarebbero”, al momento, i difensori della Costituzione italiana del 1948 e del principio democratico della sovranità popolare in essa contenuto all’art. 1 (per il quale: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”).

I difensori della Costituzione del 1948 sono di certo alcune forze politiche nazionali nelle quali si può avere ridotta fiducia, ma sono anche  molte altre forze associative e sindacali che si sfrangiano tra il versante destro e il versante sinistro dello schieramento politico, passando per il centro moderato, cattolico e popolare.

Da ultimo, sul versante movimentista si è costituito il fronte del cosiddetto “NO sociale” il quale, da settembre, si sta mobilitando in tutto il Paese (lo sta facendo anche nell’area urbana Cosenza-Rende, a partire da fine mese con assemblee popolari).

E si sta mobilitando, giustamente collegando lo scontro/confronto referendario di novembre (altro che patto tra due caste!) “ai conflitti che sul piano sociale oppongono ampi pezzi della società alle oligarchie che intendono azzerare Costituzione, diritti e aspettative popolari” (per approfondire leggi qui).

Tanto dovuto a quanti stanno assumendosi le loro responsabilità storiche di fronte alla opzione dilemmatica SI/No (dove la ‘terza opzione’, pur lecita, è ad ogni modo debole sotto il profilo politico), vogliamo concludere invitando ciascun soggetto responsabile ad attivarsi per fare campagna referendaria attiva per il NO alla pessima “deforma Boschi-Renzi”.

Azzerata questa deforma, dobbiamo infine rimarcare, non è vero che si chiudono tutte le possibilità di prossime revisioni costituzionali (puntuali e circoscritte), ma anzi è vero che (almeno in tal senso molti, o tutti quelli del NO, sono orientati!) si dischiudono nuove opzioni di revisione migliorative, progressive e non regressive, che attuino punto per punto le vecchie ma sempre valide prescrizioni costituzionali sulle libertà e sull’uguaglianza sociale (da molti predicate ma da pochi praticate!).

Che rafforzino, cioè, le sfere della libertà e dell’uguaglianza di tutti i cittadini, e della sovranità popolare, contro le derive oligarchiche, tecnocratiche, turbo-capitalistiche, peroniste, plebiscitarie e autoritarie che minacciano la società italiana da oramai troppo tempo. Walter Nocito Claudia Andreoli e Delio Di Blasi Coordinamento provinciale di Cosenza dei Comitati civici per il NO - Comitati per il NO di Belvedere Marittimo, Rende,  Acquappesa e Cosenza - 20.09.2016

 

 

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