Ctr, il consigliere Ugolino replica all'amministratore unico della struttura sanitaria |
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Scritto da riccardo ugolino | |||
La Casa di Cura Tricarico – Rosano, in un articolo pubblicato su “Il Quotidiano del Sud”, edizione di Cosenza, del 14 maggio 2016, a firma dell’amministratore unico, ha dichiarato che:
In merito a queste ultime affermazioni, non c’è da aggiungere nient’altro a quanto già dichiarato dal Presidente della “Ben-essere”:
Ma la responsabilità della CTR è solamente indiretta, se riferita ai dipendenti della Cooperativa .
Il fatto è che non tutti lo erano: gli amministrativi, nel numero di 10 unità, gli ausiliari socio-sanitari, prima indotti a dimettersi dalla Cooperativa con il miraggio della “internalizzazione”, successivamente assunti dalla CTR, chi li ha accompagnati fuori dai cancelli?
Il personale in servizio da oltre dieci anni, assunto solo di recente dalla Cooperativa, se non dipendeva dalla Casa di Cura a che titolo lavorava nella struttura sanitaria?
Non oso pensare che lavorassero in “nero”!!!
Del destino di questi lavoratori e delle loro famiglie la CTR non è responsabile solo indirettamente: la CTR è responsabile, de facto e de jure, più semplicemente è stata mandante ed esecutrice.
L’amministratore unico della Casa di Cura Tricarico – Rosano dice che si sarebbe aspettato “un plauso per la decisione di reinternalizzare il servizio di pulizia (?) … che ha l’obiettivo di dare dignità al lavoro, maggiori garanzia di diritti … creare professionalità durature nel tempo”.
Nulla di più ipocrita
Non è questa la strada maestra per ridurre i costi aziendali: il barile per la spesa del personale è stato rischiato fino al fondo.
Altri sono i tagli necessari per evitare il crac aziendale (è vero che i debiti ammontano a € 90 milioni?).
Chi, come lo scrivente, ha avuto responsabilità di gestire “aziende sanitarie al tempo della 1° Repubblica”, frequentata, peraltro, anche dagli attuali consulenti dell’azienda, altre misure di contenimento della spesa sarebbe stato in grado di suggerire, non di dettare, diverse dalla “ macelleria sociale” consigliata da un sindacalista di cui i lavoratori non hanno avuto remore a indicare le generalità sia alla segreteria regionale che alla segreteria nazionale della CGIL.
Credo di avere fornito puntuali chiarimenti alle questioni poste dall’’amministratore unico della Casa di Cura Tricarico - Rosano.
Al contrario, l’Amministratore unico della Casa di Cura Tricarico - Rosano ha eluso alcune domande poste nel mio articolo e che riproporrò fino a quando non avrò ricevuto le risposte pertinenti: quanto sono costate le innumerevoli consulenze esterne? Quanto sono costati i licenziamenti illegittimi che, impugnati dinanzi alla magistratura del lavoro, hanno visto soccombere la CTR? A quanto ammontano le spese impropriamente imputate alla Casa di Cura?
Poiché da cittadino, nonché consigliere comunale e dirigente del PD, sono interessato fortemente al futuro, purtroppo nebuloso, di una struttura sanitaria vitale per l’economia e la società di Belvedere M.mo e del Tirreno cosentino, vorrei dispensare un consiglio al fin troppo giovane amministratore unico della Casa di Cura Tricarico – Rosano: il Principe “virtuoso” rifugge dai cortigiani i quali,
“tutti dotti ne la adulazione,
l’arte che più tra (voi) si studia e cole”,
non contraddirebbero il Signore se pure dicesse:
“c’ha veduto il giorno pieno di stelle
e a mezzanotte il sole”.
Riccardo Ugolino consigliere comunale Pd - 20.05.2016
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