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il referendum del 17 aprile PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   

Il  17 Aprile gli elettori che si recheranno alle urne troveranno stampata sulla scheda elettorale la domanda: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”.

Le concessioni a cui si riferisce il referendum sono 31, una delle quali già scaduta nel 2014, la maggior parte (20) in scadenza entro il 2019, e riguardano essenzialmente gas naturale e una quantità marginale di petrolio.

I sostenitori del NO affermano:

  • gli impianti italiani oggetto del referendum costituiscono un modello nel mondo per gli standard di rispetto ambientale,
  • intorno alle piattaforme si sono formati spontaneamente parchi marini che contribuiscono alla ripopolazione della fauna ittica e di alcune specie in estinzione,
  • gli impianti, di altissima tecnologia, sono stati progettati e realizzati da imprese italiane, leader mondiali di questo settore, che garantiscono posti di lavoro (132.000) altamente qualificati,
  • non occorrono altre trivellazioni per poter continuare a produrre,
  • la chiusura anticipata degli impianti farebbe aumentare la dipendenza dell’Italia dai Paese arabi per il fabbisogno energetico nazionale.

I sostenitori del SI affermano:

  • l’importanza del referendum del 17 aprile va al di là del contenuto della norma da abrogare e assume un più vasto valore politico: correggere gli indirizzi di politica energetica seguiti finora dal governo che ha frenato lo sviluppo delle energie rinnovabili e ha puntato su misure volte ad agevolare la ricerca e l’estrazione di gas e petrolio,
  • gli Italiani non avrebbero fermato il nucleare se nel 1987 si fossero attenuti solo ai quesiti referendari.

Personalmente il  17 aprile andrò a votare, perché il referendum è l’unica espressione disponibile in Italia di democrazia diretta.

Voterò SI per dare più forza a coloro che si battono per la “rivoluzione energetica” in atto nel mondo e per fermare i cambiamenti climatici che minacciano il pianeta.

Ma sarò sempre contrario ad ogni forma di strumentalizzazione politica del referendum da parte di coloro che vorrebbero far credere che si vota per proibire la ricerca di idrocarburi nel mare e per evitare il rischio di inquinamento.

Il referendum del 17 aprile non ha nulla a che fare con le “trivelle”. Riccardo Ugolino consigliere comunale Pd - 08.04.2016

 

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