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Cetraro, libertà di stampa e ruolo dell’informazione nell’area dell’Islam PDF Stampa E-mail
Scritto da adriana sabato   

Una lectio magistralis e un richiamo a valori assoluti, deontologia professionale in testa, queste le tematiche di fondo trattate nel corso dell’incontro con il giornalista Amedeo Ricucci di Cetraro, dal titolo “Libertà di stampa e ruolo dell’informazione nell’area dell’Islam”, tenutosi nell’Aula Magna dell’Itis “Monaco” di Cosenza.

L’evento, con l’introduzione del giornalista Gregorio Corigliano, Presidente del Circolo della Stampa, l’intervento del dirigente scolastico Ennio Guzzo, e Giuseppe Soluri, presidente dell’ Ordine dei Giornalisti della Calabria. Un corso di formazione inserito in un più ampio contesto, nel quale anche gli studenti sono stati invitati a partecipare: un’esortazione al rispetto per la verità di cronaca, oltre che una diretta testimonianza sulla guerra in una delle zone più calde del globo.

Amedeo Ricucci ha evidenziato, nel considerare le complesse problematiche del precariato e del lavoro del giornalista, le responsabilità di un’editoria ormai così mercificata da sottomettere ed asservire la vera professionalità, spesso realizzata a costo di grandi sacrifici, ai barbari meccanismi della mal retribuzione o addirittura della sua totale mancanza. Ciononostante, obiettivo fondamentale del giornalista dovrebbe essere quello di porre in primo piano la verifica dei fatti, in modo che essi, in un’epoca di digitalizzazione alla portata di tutti, vengano filtrati dalla propria competenza, siano scevri da fascinazione, influenze personali, sensazionalismi, opportunamente sottoposti al discernimento della privacy e al controllo delle fonti. Solo così il giornalista può esercitare efficacemente la propria professione, altrimenti rischia di trasformare la notizia in qualcos’altro.

Amedeo Ricucci inviato Rai in zone di guerra, ha sempre amato profondamente il suo mestiere, “il mestiere più bello del mondo” lo ha definito, “consumando le proprie scarpe” per raccontare, testimoniare, con parole e immagini ciò che i suoi occhi hanno visto al momento, immagini di disperazione, testimonianze di chi ha perso tutto e deve fuggire lontano dalla propria casa, dai propri cari che forse non rivedrà, respirando quell’“odore di guerra” che caratterizza le sue cronache, immergendo il pubblico in una quotidianità che non può e non deve essere travisata dalla falsa informazione o dal sensazionalismo forzato che troppo spesso caratterizza il linguaggio dei mass media. Questa è la realtà dei migranti, argomento di cui ognuno di noi si riempie la bocca in ogni modo, ma “i migranti, ha evidenziato Ricucci, sono povera gente, gente che fugge da una triste realtà, perché pensa che da noi in occidente possa realmente trovare un futuro migliore. Ecco che l’integrazione diviene un dovere e il rispetto per l’alterità delle opinioni, anche quelle religiose, un punto di partenza inevitabile, affinché anche il terrorismo non divenga un’esasperazione dell’intolleranza.” Adriana Sabato - 09.05.2014

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