Colgo innanzitutto l’occasione per augurare a tutti voi lettori una serena Pasqua, e poi cerco di rassicurare un professore che si è sentito chiamato in causa da un mio precedente articolo.

Gli dico pubblicamente di “stare sereno” (ogni riferimento è puramente casuale, per carità). I tuttologi a Belvedere sono altra cosa, come ben sappiamo tutti: di solito è gente che, nonostante possa avere consapevolezza di non sapere, apre bocca, ed è proprio questa categoria di persone a scatenare polemiche sempre e comunque! In questo caso, invece, la bella dissertazione sui sassi di Matera dimostra ben altro, ed io non posso che ricambiare, quando ci incontreremo, parlando degli aspetti più prettamente tecnico-scientifici degli stessi (se li scrivessi qui rischierei di annoiare un po’ di gente). La lettera del professore è stata solo presa come spunto per rimarcare alcune cose (senza nessun attacco personale). In primis, molte nostre ricchezze storiche sono visibili da sempre, ed è un peccato che se ne parli solo in alcune circostanze; mi auguro che queste mie riflessioni portino ad una attenzione costante nel tempo da parte di TUTTI e per tutto ciò che è in nostro possesso!!! In secundis, i repetita iuvant (qualunque sia la fonte, anche “l’uomo della strada”) sono ben accetti (per carità), ma, con tutto il rispetto parlando, le soluzioni prospettate sono già state ponderate tecnicamente dagli addetti ai lavori.  Inoltre, l’aspetto relativo all’attento esame del materiale venuto alla luce a Capo Tirone, che potrebbe riservare sorprese, incuriosisce tutti. A me, a riguardo, interessa anche sapere come mai prima si afferma che “al momento non sono emersi materiali di interesse archeologico”, mentre ora si potrebbe prospettare questo colpo di scena: sono stati fatti altri sopralluoghi in presenza del direttore dei lavori, ovvero di gente autorizzata ad entrare nel cantiere, con relativa consegna ufficiale di reperti al  funzionario della soprintendenza archeologica? Mi scuso per la domanda, ma è figlia della logica e dei diagrammi di flusso che spesso si impossessano della mia persona. Concludo il mio intervento ironizzando sulle mie (rare) licenze poetiche; credo sia giusto che io rinunci alla prescrizione e che mi faccia giudicare dall’Accademia della Crusca. Di solito i giudici sono clementi con chi, ormai, scrive i propri articoli scientifici e i propri libri solo in inglese; per questo motivo preferisco riportare la citazione di James Joyce in lingua originale nel titolo di questo articolo …Buona Pasqua a tutti. Davide De Luca - 05.04.2014