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Acquappesa, “..Chi l’ha detto che restare qui significa soffrire e sacrificarsi per una causa persa e non invece partecipare tutti insieme ad una grande trasformazione? “ PDF Stampa E-mail
Scritto da adriana sabato   

E’ uno dei quesiti principali che si è posto il giovane Francesco Lo Giudice  autore di “Cambiare il Sud per cambiare l’Italia”, il volume presentato ad Acquappesa dal giovane ricercatore UniCal, anche Consigliere comunale di Bisignano e responsabile Cultura Anci Giovani Calabria.

Il giovane studioso nel suo testo raccoglie i lavori prodotti in sette anni: lettere, articoli, commenti dai quali emerge chiaramente una forte  volontà di riscatto sociale ed una profonda conoscenza dei temi trattati fatta di studio e, se pure così giovane, di certa consapevolezza. D’altronde, così come  spesso ripetono gli anziani del paese:«noi del Sud siamo abituati a vivere la crisi economica, il problema è per chi vive al nord, abituato al benessere a tutti i costi» , scrive Lo Giudice:.. questa crisi ci sta offrendo, in altre parole, l’opportunità di annullare finalmente il dualismo economico e sociale tra il nord e il sud del Paese..dunque rendere il nostro Paese più democratico e unito, e quindi più civile e più forte…”. Che, detto in altri termini pare una lettura al contrario di ciò che stiamo vivendo in questi ultimi tempi: «non siamo stati anche noi emigranti?»ha evidenziato  Michele Borrelli vicesindaco di Acquappesa e docente universitario, a tal proposito, che ha relazionato riguardo all’immigrazione inquadrandola come risorsa economica, culturale e demografica, insieme a Rodolfo Trotta, segretario della sezione cittadina Pd il quale ha ricordato a tutti come esista ancora la “buona politica” quella che dovrebbe essere a servizio della comunità, e come sia al contempo importante la presa di coscienza della cittadinanza attiva. Interventi coordinati dalla docente, giornalista e scrittrice Francesca Rennis, che ha anche evidenziato la necessità di una trasformazione della società meridionale  attraverso una vera rivoluzione culturale, perché la vera crisi, prima di essere economica, avviene nel nostro modo di pensare e di vivere. “ La vera sfida per il Mezzogiorno e la Calabriascrive Lo Giudice non si gioca a Bruxelles e nemmeno a Roma. Essa si decide dentro di noi e necessita una vera e propria rivoluzione culturale”.

Si è aperto uno spazio di interrogazione, riflessione e scambio nel corso della presentazione del libro di Francesco Lo Giudice   “Cambiare il Sud per cambiare l’Italia”, che ha dato luogo al confronto di alternative economiche possibili rispetto al fallimentare modello del capitalismo. Economie alternative che si originano dal concetto del “fare rete”, rappresentate dal commercio dell’equo e solidale, dallo scambio, dalla tutela dei diritti di chi vende e di chi acquista, dalla tutela del territorio.

Lo ha ben evidenziato la giornalista Francesca Rennis, dimostrando documenti alla mano, come l’altra economia, “l’altromercato” costituisca “un risveglio etico, che include la sensibilità, il pensiero, il coraggio, la fiducia nel potenziale del cambiamento, la speranza che consente di vedere il bene possibile”. L’economista Roberto Mancini, ha spiegato la giornalista, parla di “svolta  metodologica” che implica la riorganizzazione dell’economia. “Modelli alternativi, che permettano alla società di respirare e all’economia di servire tutta l’umanità senza distruggere la natura”. Di fronte alla constatazione che il capitalismo, il lavoro, il mercato fine a se stesso, non può più rappresentare un modello economico valido – soprattutto a causa del mancato riconoscimento del fattore umano che è essenziale, ma assente nel capitalismo - è necessario considerare modelli di un’economia alternativa non più basata sulla competizione e la concorrenza ma sulla collaborazione e la cooperazione. A tutto questo la politica deve offrire il proprio apporto giungendo a perseguire la democrazia attraverso la prassi della giustizia restitutiva dei diritti. Un cambiamento  non facile che sarà molto graduale, ma che emette già dei piccoli segnali, grazie allo sviluppo esemplificato dei percorsi dell’economia solidale: cruciale in questo la testimonianza del Presidente del Centro Servizi per il Volontariato Antonello Grosso La Valle, il quale intravede nella diffusione della moneta complementare all’euro una delle possibili alternative economiche, peraltro già attuata con successo in alcuni comuni della nostra regione. Rilevante infine, la testimonianza di Luciana Virginia Pasetto che ha fondato Arcipelago Sagarote, l’Associazione che mira a promuovere un nuovo modello di vita sostenibile e di auto sostentamento, per migliorare la qualità della vita e consolidare valori umani di solidarietà e uguaglianza: modelli che necessitano senza alcun dubbio, dell’appoggio della buona politica. Adriana Sabato - 18.03.2015

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