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partiamo dall’ascolto delle associazioni al fine di rappresentare i bisogni del territorio PDF Stampa E-mail
Scritto da csv cosenza   

Il CSV Cosenza per dar seguito ai lavori avviati durante la Conferenza Provinciale del Volontariato 2013, promuove dei tavoli di discussione e confronto tra associazioni che operano in un medesimo settore o territorio, organizzando degli incontri periodici per favorire la collaborazione e per sollecitare le istituzioni verso percorsi comuni e condivisi.

 

Il processo di coinvolgimento delle associazioni, i tanti percorsi e attività svolti, le conferenze provinciali realizzate hanno portato il CSV Cosenza ad attivare tavoli di lavoro condivisivi nei settori di maggiore attività del volontariato locale. L’obiettivo  è quello avviare una progettualità continuativa, con un percorso di accompagnamento e valorizzazione. Attraverso i tavoli di lavoro, che saranno tematici o territoriali, si vogliono creare dei luoghi comuni e aperti dove condividere esperienze, problemi e azioni al fine di affermare il ruolo importante del volontariato. Il primo incontro sul tema delle Nuove Povertà ” si è svolto nel mese di Febbraio presso la Sede CSV Cosenza; è stato coordinato da Antonello Grosso La Valle e Gianni Romeo - componenti direttivo Volontà Solidale - CSV Cosenza.

Nel tavolo tematico si è  analizzato il ruolo dell’associazionismo e del volontariato con alla base la condivisione dei bisogni e la coesione alla comunità. L’azione sarà mirata nelle seguenti priorità: incontrare il mondo del profit per aprire una formula della solidarietà e del dono con prodotti e mezzi di primaria necessità, affiancare e cercare  immediate soluzioni a situazioni di esasperazione, fortificare la fiducia, recuperare mezzi e risorse, elaborare strumenti di economia solidare: gruppi di acquisto, banca del tempo, mutua di finanza autogestita e solidale, impresa sociale, microcredito, credito sociale, buoni locali, baratto, ecc…La mission basilare è la rete di legami di tipo associativo  dove creare il senso di responsabilità reciproca, il concetto di aiutare l’altro, la solidarietà e l’accoglienza, la necessità di acquisire informazioni e conoscenze, aprire laboratori di terapie occupazionali, la riscoperta di antichi mestieri. L’obiettivo è raggiungere un parametro fondamentale che è quello di fare fronte comune per liberare dal bisogno e restituire dignità alle persone; stimolare l’autonomia con al centro la funzione di poter avviare una nuova azione che contrasti lo stato permanente di disagio. Incontri periodici col mondo del profit creando una relazione di analisi e compartecipazione. L’espressione " nuove povertà " gode oggi di una grande diffusione, poiché la fase storico-sociale che attraversiamo, caratterizzata da una crescita sempre più accentuata dell'individualismo, è stata investita da una importante crisi economico-finanziaria e da una disoccupazione e precarizzazione delle situazioni di lavoro, che hanno esposto moltissime persone ad una condizione di vulnerabilità e povertà.

La crisi della società salariale moderna, con l'indebolimento delle regolazioni collettive e delle forme di protezione assicurate dalle politiche sociali, ha evidenziato inedite criticità che moltiplicano la vulnerabilità, allargano le fasce sociali soggette a rischio ed accrescono l'ansia nei confronti del futuro: la precarizzazione del lavoro, la contrazione del Welfare State e la fragilità dei legami familiari. Una immediata azione al problema delle "nuove povertà" può essere data dalla creazione di una concreta " Rete della Solidarietà e della Responsabilità", intesa come " una rete temporanea tra imprese e diversi interlocutori i quali cooperano tra loro per gestire ambiti di intervento progettuale (o situazioni di criticità), ciascuno sulla base delle rispettive competenze e responsabilità. In quest'ottica, attraverso la partecipazione sinergica fra diversi attori sociali presenti sul territorio, si può consolidare una cultura diffusa della responsabilità sociale capace di evitare che le conseguenze della crisi socio - economica attuale possano ricadere interamente sugli individui che compongono l'area dei nuovi poveri.

I principi fondamentali del "fare insieme" e della "reciproca responsabilità" acquistano oggi grande importanza nell'affermare una nuova idea di sviluppo, basata su una maggiore coesione sociale e civile, che assicuri un benessere fondato non solo "su parametri di ricchezza economica, bensì sulla valorizzazione della conoscenza, della cultura, della salute, delle relazioni umane, in un contesto ambientale più tutelato e vivibile "e quindi in grado di interrompere quei processi che hanno determinato la condizione di vulnerabilità e di povertà. E’ possibile avviare delle attività che le aziende mettono in pratica in collaborazione con associazioni o enti benefici al fine di raccogliere fondi destinati a particolari fasce di popolazione colpite dalla crisi. Molte volte, purtroppo, il concetto di “povertà” lascia il passo al concetto di “esclusione sociale”, dove però la concertazione e il coinvolgimento sia delle istituzioni che della società civile nelle strategie di contrasto della povertà possono risultare efficaci. Il termine “nuove povertà” fa riferimento ad una povertà non più intesa come condizione economica oggettivamente misurabile, ma come senso di insicurezza, di instabilità, una zona grigia sempre più ampia dove povertà è anche fragilità di relazioni, precarietà lavorativa, insicurezza sociale, malattia inadeguatezza ad un sistema dominato dalla produttività. Tocca allora alle stesse istituzioni dello “stato sociale” assolvere oggi ad una nuova e delicata funzione di “maternage”, aiutando la società civile a ritrovare e realizzare la propria natura più profonda, quella essenza di comunità che permetta a tutti i suoi componenti, a partire dai più deboli, una partecipazione attiva e responsabile alla vita sociale. E’ necessario partire dallo “stato sociale” alla “comunità del benessere”, uno stato che oltre a farsi garante dei diritti dei cittadini dovrebbe però cedere progressivamente quote di potere e di gestione alla società civile, tracciando il quadro di riferimento all’interno del quale la società civile è chiamata ad esprimere, soprattutto, attraverso il volontariato, la cooperazione e l'associazionismo, concretamente, motivazioni e funzioni dirette alla concertazione e gestione della politica sociale. comunicato Csv - 04.04.2014

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