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de “La Politica” e de “i politicanti” PDF Stampa E-mail
Scritto da olga de luca   

Stamani mi sono svegliata dal letargo, a pochi mesi dal rinnovo del  Consiglio Comunale, perché sono indignata … ma sono indignata con uomini che pur proclamandosi di “sinistra”

fanno fioccare “querele” a danno di persone che lavorano sul territorio, da oltre un ventennio, a titolo gratuito, nel tentativo di vivere  con la Comunità le tradizioni, gli usi e i costumi del proprio Paese e, cercando  di crescere insieme culturalmente!

De “La Politica” e De “i politicanti”

Il più delle volte una riflessione nasce da esperienze vissute, perché il pensiero che passa sulla punta di una penna è già frutto di un cammino fatto di incontri, di ascolti, di intuizioni che vengono dalla vita, dall’esperienza concreta sempre piena di messaggi che incrociano la nostra sensibilità, le emozioni, l’intelligenza del nostro mondo personale.

Sono sempre più convinta che bisogna dare più peso alle parole e meno alle chiacchiere. Il vuoto politico-culturale ci avvinghia e  taluni vorrebbero riempirlo, sforzandosi di volerci far intendere che ancora oggi possono essere “sale” di una comunità diventata “sciapa” a causa della loro furbizia, della loro disabitudine al dovere e del loro falso moralismo abbastanza diffuso.

Circa due mesi e mezzo e un giovane cuore primaverile ci separano dalle elezioni comunali 2014. Alcuni degli aspiranti amministratori di Palazzo sono già in fibrillazione vuoi  per le coalizioni, vuoi per i candidati  ideali, quelli che porteranno a casa un considerevole pacchetto voti.

Ed io mi domando, chi sono gli attori della società, che bazzicano il mondo della politica, fanno politica, aspirano a farla e devono misurarsi con il potere di noi elettori? In sintesi, per alcune liste, saranno come al solito: politici e aspiranti tali, lobbisti e affaristi, professionisti, cooperative del mattone o altro in combutta con politici e politicanti soci, in attesa di lottizzazioni e terreni o altro  da conquistare.

Senza stendere lamenti, e volgendo in termini propositivi vorrei introdurre con il termine “sobrietà”. Parola greca complessa che corrisponde a: saggezza, equilibrio, moderazione,  padronanza di sé.

Sobrio è colui che non è ebbro! Sobrietà è l’opposto di ubriachezza!

Continuare a mantenere “viva” l’anima di chi è vissuto nel Palazzo belvederese,  da tempi biblici, significa far perpetuare un potere che ha creato e crea dipendenze. Significa dare possibilità di continuare a fare  accarezzare manie pericolose di prestigio, se non proprio di dominio.

Significa continuare a far coltivare il “lievito di Erode”. Significa dare la possibilità di essere ancora “ago” della bilancia che, resta pur sempre falsa. Non tanto perché si ruba sul peso, quanto per dimostrare che la misura eccedente è frutto di generosità. In questo modo, si da facendo intendere che quel che si è dato non è tutto “suo”.

Operazione demoniaca, questa, perché a ben pensarci si ruba una forma di gratitudine che nel tempo potrà anche fruttare. Cioè, ci si arricchisce sul  mercato del consenso, creando quel vassallaggio clientelare che è la vera cancrena della nostra comunità.

Si ruba non solo sulla merce, ma anche quando si sottomettono le coscienze!

In questi tempi difficili ed incerti sotto tanti punti di vista, c’è necessità di tornare a parlare di politica come  vocazione, come  vocazione al servizio. Il nome della politica non può essere infangato da interessi privati, arrivismi di piazza e consensi usa e getta.

L’impegno politico, come ogni vocazione, porta con sé fatica e coerenza; compito fondamentale di chi va ad amministrare è quello di sapere ascoltare la gente, di educare i comportamenti, di mediare gli interessi. È trattare l’altro come persona che non può mai essere trattata come mezzo ma sempre come fine.

“la politica è anzitutto arte. Il che significa che chi la pratica deve essere un artista. Un uomo di genio. Una persona di fantasia”.

Tutti siamo veramente responsabili di tutti”.

Sulla nostra  vecchia Belvedere che muore, nasca la speranza di poterla rivedere degna della sua storia e del suo bel “nome”. Olga De Luca - 18.03.2014

 

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