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tariffe mensa scolastica, lettera di un genitore al Sindaco Granata, all'assessore D'Aprile e al dirigente Impieri PDF Stampa E-mail
Scritto da gianluigi capano   

Egregi signori, mi chiamo Gianluigi Capano, sono il padre di uno dei tanti bambini che frequentano la scuola materna del plesso di Castromurro.

 

Con la presente voglio chiedere chiarimenti riguardo alla rideterminazione delle fasce del tariffario relativo al servizio mensa per la scuola pubblica.

A settembre la mia fascia era la quarta: € 54,00. …fino al 31/12/2013! Dal 1° di gennaio 2014, infatti, ho trovato le nuove fasce e ora, posizionandomi nella seconda, pago € 49,00. Con un risparmio, quindi, di € 5,00!

Dovrei essere felice di questo, ma balza all’occhio il fatto che l’ultima fascia ha avuto uno “sconto” di € 13,00, mentre la prima ha subito un aumento di € 5,00!

Si può continuare nell’analisi e notare come una famiglia con un reddito di € 3.701,00 paghi quanto un’altra famiglia con un reddito pari a € 10.000,00. In soldoni: a reddito triplicato si versa la stessa cifra!!

Quello, però, che sfiora l’assurdo si trova nella terza fascia: chi guadagna € 10.001,00 paga quanto pagherebbe qualsiasi Paperon De’ Paperoni!

Non è mia intenzione oppormi alla vostra soluzione, senza prima avere chiari i motivi che hanno portato a questa situazione. Vi prego, però, di tenere conto della disperata situazione che si avverte in tutto il Paese e, come è ovvio, anche a Belvedere. Per cui mi sembra inopportuno, se non addirittura irritante, dare delle agevolazioni a chi ha di più, senza preoccuparsi di chi è meno fortunato.

Trovo sconcertante, per esempio, che gli utenti della prima fascia (la fascia dei meno abbienti) debbano pagare € 19,00, che è quasi un quarto della cifra pagata da chi è in terza fascia e, quindi, evidentemente più agiato!

Su una questione del genere è bene essere informati. Ho cercato, quindi, i documenti inerenti a questa vicenda sull’albo pretorio comunale e i risultati non sono stati confortanti. Nella delibera nr. 146 del 19/09/2013, infatti, il consiglio comunale delibera di proporre al consiglio comunale di rideterminare, per i motivi di cui alla premessa, le tariffe relative al servizio di mensa scolastica”. Ancora: “di proporre al consiglio la decorrenza delle nuove tariffe a far data dal 1° gennaio 2014”.

La parola “proporre” è stata sottolineata perché non è chiaro in quale consiglio comunale sia stato “proposto” di rideterminare le tariffe! Sarò felice di ricevere la segnalazione del documento che provi la conferma delle tariffe da parte del consiglio. Faccio notare che nemmeno nella delibera nr. 153 del 04/10/2013, che corregge la nr. 146/2013 vi è traccia (non fa altro che sostituire un allegato della precedente)!

Chiedo (in maniera educata e gentile, ma assolutamente decisa), quindi, di avere risposte alle seguenti domande:

  1. Com’è possibile, in una situazione economica precaria per molti, sostenere una rideterminazione tariffaria che recita testualmente: “valutato che, la proposta formulata dal consiglio d’istituto, e dunque la rappresentanza dei genitori, ritiene opportuno ed equo ridistribuire il costo tra le fasce reddituali secondo un prospetto che, a fronte di un più contenuto costo dei tickets per la fascia reddituale più alta, ammette un aumento per la fascia reddituale più bassa, cosi come riportato nella delibera nr. 146 del 19/09/2013, leggendo poi, quasi a sfotto’, che la proposta è volta “al sostegno alle persone e alle famiglie realmente meno abbienti”?
  2. Com’è possibile scrivere “la rappresentanza dei genitori” (cosi come sottolineato al punto precedente), quando, noi genitori, siamo informatissimi sugli orari di entrata e di uscita, sui corsi, sulle attività, … ma delle tariffe e dei giochini intorno alle stesse, ne veniamo a conoscenza solo al momento del ritiro del carnet?
  3. Perché rideterminare le tariffe, colpendo i meno abbienti a favore dei più agiati, se gli introiti diminuiscono (comportando, quindi, una spesa maggiore per il comune, anche se di poche centinaia di euro)?
  4. Perché non rideterminare le fasce, in modo da prevedere che la fascia più bassa sia esentata del tutto, piuttosto che favorire quella più alta?
  5. Perché non studiare un sistema informativo che utilizzi un badge (magnetico, con codice a barre o con chip)? In modo che sia rilasciato all’accesso del bambino alla scuola materna e lo accompagni fino alla terza media? Si risparmierebbe sui costi di stampa e sulla gestione dei carnet e potrebbe dare accesso ad altri servizi e non solo la mensa.
  6. Chi sono i membri del consiglio d’istituto, cioè i promotori di questa proposta? Occorre saperlo per dare i giusti meriti nel caso la proposta sia apprezzabile, ma che dovranno farsi carico delle proprie responsabilità anche nel caso che risulti un errore (anche perché qualcuno ha già pagato).
  7. Infine: quale popolazione si può suddividere in sole tre fasce? A Belvedere è cosi semplice farlo? Gianluigi Capano - 31.01.2014

* la lettera è indirizzata al sindaco del comune di Belvedere M.mo ing.Enrico Granata, all'assessore alla Pubblica Istruzione sig.Mario D'Aprile e al Dirigente dott.Antonio Impieri

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