nel giorno della dipartita di Italo Rogati |
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Scritto da salvatore fabiano | |||
Rendere l’estremo saluto pubblicamente ad un amico induce sempre ad una riflessione. Si teme di essere enfatici in eccesso oppure alquanto superficiali. Oggi non è così per me. Nino Rogati non c’è più e, appresa la notizia da lontano, non ho esitato a rendergli omaggio con la massima urgenza e semplicità attraverso questo mio scritto. Il compagno Nino, prima che la comune militanza politica nel Partito Comunista ci unisse per anni, è stato mio maestro di vita. Lo ricordo nei comizi in piazza o nel Consiglio Comunale quando, ancora lui giovane ed io ragazzino, impressionava per la sua eloquenza e passione. Ancora ci unì la passione per lo sport: io ventenne calciatore dell’AS Belvedere e lui segretario ed accompagnatore della squadra. Quante trasferte con il maggiolino marrone chiaro ed io sempre seduto al suo fianco! “Tu sei dell’Annunziata e devi venire con me” soleva dire. E’ ancora vivo l’entusiasmo con il quale mi accolse al rientro da Torino avendo egli appreso che mi ero iscritto al PCI: mi propose subito di diventare segretario della sezione sorprendendomi. Fu il più grande segno di stima che potessi ricevere in quel momento della mia vita sociale.
Tanti anni di vita parallela, tante passeggiate in piazza o sul lungomare a confrontarci, a volte anche in modo animato, ma sempre rispettoso e con la risata finale che suggellava il dialogo. A volte avevo l’impressione che non gradisse il mio saluto che interrompeva il discorso. Lo so che voleva continuare a parlare. Ho appreso molto da lui e in questo triste momento non posso che rivolgerli un inascoltato grazie.
All’amico, al compagno, allo sportivo indirizzo un caloroso Ciao! Alla sua famiglia le mie sincere condoglianze. Salvatore Fabiano - 27.01.2014
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