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da rottamatori a rottamati… e chi trova l’elisir di lunga vita (politica, s’intende) PDF Stampa E-mail
Scritto da antonello troya   

C’era una volta la Margherita… e anche il Pds… c’era una volta Rachele Ciponte e c’è ancora. C’era Magorno e forse tra poco non ci sarà più. C’era Riccardo Ugolino e ancora ci sarà. E per fortuna nuova potenzialità nelle segreterie dei partiti che contano.

Benvenuti nella nuova era, quella renziana. Quella che mette in un angolo i vecchi e lascia spazio ai nuovi.

Prepotentemente ritorna in prima linea Rachele Grosso Ciponte, con la sua nomina nel consiglio nazionale del partito e scalza il deputato del Pd Ernesto Magorno. In verità il sentore che i rapporti tra il neosegretario nazionale del Pd, Matteo Renzi e Magorno fossero vicini alla “insofferenza” era nell’aria. La conferma con le candidature al consiglio nazionale del partito, che ha visto la Ciponte conquistare il numero 2 alle spalle dello stesso sindaco di Firenze. Di Magorno nemmeno l’ombra. Eppure la Grosso Ciponte aveva dapprima sostenuto la candidatura di Gianni Pittella. Poi l’accordo tra il vicepresidente del parlamento europeo e Renzi e la conquista di un posto in prima fila per una poltrona tra le stanze che contano nella sede del Partito Democratico.

Fibrillazioni per tutta la giornata di domenica, che ha registrato un exploit dei voti dei sostenitori della Grosso Ciponte. Di Magorno nemmeno l’ombra. Forse ancora in cerca di una collocazione che gli ridia quella visibilità e quel peso necessario a risalire la china. Sembra addirittura che la decisione di non candidare Magorno al consiglio nazionale del partito di centrosinistra, sia venuta proprio dai piani alti del partito. Insomma Magorno fuori e dentro la Grosso Ciponte. La candidatura e la posizione assunta dalla Ciponte nel partito fa ben sperare ad una corsa senza sorprese verso le prossime politiche di certo programmate per il prossimo anno. Magorno dovrà faticare certamente di più quando si tratterà di votare per la formazione delle liste di partito. Ciò se la legge elettorale dovesse rimanere la stessa, altrimenti spetterà al partito decidere sui nomi. E tra Magorno e la Ciponte, al momento la più accreditata sembrerebbe essere l’ex assessore provinciale al bilancio.

Tra frecciatine sui social network e incontri in vista delle prossime amministrative, sembra che tra i due non scorra buon sangue. All’ex sindaco di Diamante non deve essere andata giù la candidatura della Ciponte in area renziana sul territorio. Gli incontri che si stanno tenendo in questi giorni, a Belvedere Marittimo soprattutto, lasciano trasparire un clima di nervosismo. Un gioco delle parti che ha consegnato il partito nelle mani del futuro candidato a sindaco, Riccardo Ugolino e a Rachele Ciponte, e che ha messo da parte proprio il deputato che sperava in un sostegno al suo ex collega in consiglio provinciale, Gilberto Raffo. Invece la benedizione in primis del presidente della Provincia, Mario Oliverio, e il via libera di tutto il gotha del partito sui nomi di Ugolino e Ciponte, ha di fatto sancito la messa all’angolo della strategia “Magorniana”. Anche alcune indecisioni politiche anche in materia di lavori pubblici nel suo paese Diamante, che avrebbero dovuto rilanciare l’economia del territorio, come il porto, si sono rivelati un boomerang per l’ex primo cittadino. E non servono presenzialismi mediatici a stabilire la misura di un politico. Antonello Troya - 10.12.2013

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