cerca nel sito

Laltrasinistra, Powered by Joomla! and designed by 123WebDesign
gli antichi “ismi” del Pd PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

L’Italia risulta esposta, ancora una volta, alle solite operazioni speculative sui mercati, a seguito del declassamento  operato dalle Agenzie di “rating” e dal verdetto di Standard&Poor’s.

E’ questa una brutta notizia che fa dire al Primo Ministro Letta che il Paese è ancora una volta un: “Sorvegliato Speciale”.

Anche se comprensibilmente la frase del Presidente del Consiglio è riconducibile ad un rituale di espressioni di circostanze, come per dire: guai ad intaccare la stabilità del Governo del Paese adesso che siamo sotto sorveglianza, il verdetto degli Osservatori Mondiali non è un fatto incoraggiante.

Ma è proprio sul fronte della Stabilità che una notizia di ieri, riguardante Berlusconi ed il Processo Mediaset, risulta assai più preoccupante. La scelta della Corte di Cassazione,  di decidere sul ricorso dei difensori di Berlusconi il 30 Luglio, diventa un esplosivo, già innescato dai vari difensori di ufficio come Brunetta e Santanché, sebbene non ignorando, questi, che la decisione della fissazione a tempi brevi è dettata dall’obbligo della Corte di non far scadere i tempi di una inevitabile prescrizione. Il che avrebbe posto il Politico in posizione privilegiata rispetto ad altri sotto giudizio, posizione  difficile da  giustificare difronte l’opinione pubblica. Credo che le parole spese in senso contrario, a questa accortezza, non facciano altro che peggiorare la posizione dell’ex Premier, il quale ha tutto l’interesse a concentrarsi sulla Cassazione ed evitare un gesto impulsivo sul Governo, per nulla in grado di incidere sull’esito del processo in quanto le questioni di diritto sono le stesse a Luglio come ad Ottobre. Meglio la strada, dopodomani, del “vittimismo”, gridando al complotto e accusando di consueto la “Giustizia Politica”, piuttosto che aprire una crisi governativa, dagli esiti disastrosi.

La precarietà di Berlusconi è direttamente proporzionale ad una Alternativa che continua a latitare. Una latitanza che riguarda il PD, la cui ipocrisia rimanda la decisione di fondo  tra una democrazia parlamentare, rispettosa degli equilibri per un leaderismo bi-frontale tra Governo e Partito, congeniale al sistema Italia per trasudazione Costituzionale, o un Presidenzialismo Assoluto ed uni-frontale che ispira soggetti, e molti, a personalizzare i processi politici. In questo senso la vicenda Berlusconi è un punto di arrivo e non di partenza per la Democrazia del Paese. Grillo ne è il naturale prolungamento.

Tutto quanto questo mentre nel Paese si continua a pensare quali tasse togliere e quali aumentare, anziché parlare di crescita e di cambiamento, a spread stabile,  in una illusione di tranquillità  ingannevole, che contiene in sé la propria sconfitta: una prolungata recessione. E questo quando molti Paesi periferici hanno portato in equilibrio i loro conti con l’estero riducendo le importazioni e la domanda interna, provocando la diminuzione di capitali stranieri necessari a finanziare i disavanzi dei paesi meno competitivi. Mentre i deficit di finanza pubblica sono stati coperti sempre più da banche e risparmiatori nazionali. Gli spread sono così calati, perché è calato il PIL, con segni evidenti del rimpatrio di capitali e scomparsa del credito ai privati nei paesi in difficoltà.

Compiacendoci nell’illusione della stabilità e rassegnandoci alla recessione non ci siamo accorti che i flussi di capitale che scuotevano lo spread, per le ragioni di cui sopra, si sono acquietati e che le vicende dell’area dell’euro continueranno a migliorare nel peggiore dei modi possibili.

In Italia come in Grecia, Cipro o Portogallo si discute di quale sia il modello del Paese per tornare a crescere. Ma mentre la Germania, pur risentendo del rallentamento dell’Euro, ha già intrapreso una nuova strategia di sviluppo imperniata sulla digitalizzazione delle produzioni industriali, volendosi assicurare altri decenni di vantaggio sui concorrenti, noi mostriamo di non possedere rotte alternative, dipendendo sempre più dalla Bce di Draghi, nel “rischio sistemico della recessione”, al pari del Portogallo e della Grecia. Solo l’innovazione tecnologica produce ricchezza. Su questo punto la Merkel ha ragione: senza il guinzaglio europeo la politica italiana si sarebbe già mangiata tutto in regalie clientelari.

Ed è qui che emerge tutta l’importanza della vicenda interna del PD, nei suoi immediati riflessi su quelle  del Governo e ben oltre quella di Berlusconi. L’Europeismo che ci attende è tutto composto da programmi pluriennali di riforme strutturali con l’approvazione dei Trattati Bilaterali a Dicembre che ci legheranno alla creazione del “Fondo di Solidarietà” con cui finanziare le stesse riforme.

Letta, tranne inciampi di percorso legati agli impazzimenti dell’ora X di pronunciamento della Corte di Cassazione su Mediaset, garantisce la serietà di un Leader capace e di un Programma di Governo che contempla per intero i tracciati riformisti a basso livello di investimenti pubblici, tentando, anzi,  di migliorarne la media a raffronto di quella europea.

Nel PD questa politica va chiarita, con una scelta di campo che identifichi la linea maggioritaria del Segretario del Partito, il quale, con la Direzione, in un raccordo continuo e reciproco col Governo, garantisca la collaborazione secondo lo schema costituzionale di Democrazia Parlamentare.

Cosa “diversa” sono gli “ismi” di Berlusconi e Grillo. Mauro D’Aprile - 10.07.2013

e-max.it: your social media marketing partner
 

Questo sito utilizza i cookie per gestire la navigazione ed altre funzioni.Chiudendo questo banner o cliccando su qualunque elemento di questa pagina acconsenti all'uso dei cookie. Per ulteriori informazioni sui cookie che utilizziamo e come eliminarli, visitare la nostra pagina cookies police.

Accetto i cookie di questo sito.

EU Cookie Directive Module Information