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“verso l’alto Tirreno”, la coesione territoriale (continuazione) PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

Nella Relazione tenuta alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato del 6 Dicembre 2011, dal  Ministro per la Coesione Territoriale, per il settore Istruzione, si legge:

Ai gravi divari Nord-Sud in termini di reddito, si accompagnano divari profondi relativi ad alcune condizioni essenziali della vita dei cittadini. Si tratta di condizioni largamente influenzate dalla qualità ed efficacia di servizi collettivi fondamentali: istruzione, giustizia, sicurezza, cura per gli anziani, cura per i bambini, servizi sanitari, reti e società digitali, reti ferroviarie e trasporto locale su ferro, servizio idrico integrato, gestione dei rifiuti urbani, servizi alle imprese.

Si considerino per ognuno degli ambiti indicati alcune informazioni sullo stato odierno delle cose:

- Istruzione:

Per l’accesso al servizio, nel 2010 gli abbandoni scolastici6 restano al Sud più elevati (22,3%) del Centro Nord (16,2%), ma il miglioramento avvenuto, nel Sud nell’ultimo quinquennio è di oltre 5 punti (contro 3 nel Centro Nord).

Sul piano della qualità, colta dai livelli di apprendimento, i test effettuati dall’Invalsi e dall’OCSE indicano come noto che nel Mezzogiorno i livelli di apprendimento degli studenti sono inferiori a quelli medi nazionali. Benché il contesto familiare rilevi nella spiegazione delle differenze tra Nord e Sud, i divari tra aree permangono anche al netto degli effetti della famiglia di origine.

Anche la qualità delle infrastrutture scolastiche risulta peggiore nel Sud. Con riguardo alle competenze in lettura e in matematica degli studenti 15-enni, prese a riferimento della programmazione comunitaria 2007-2013 per il Sud (sistema degli “obiettivi di servizio”), la fig.6 mostra che nel Sud la quota dei giovani con scarsa competenza” è attorno al 30% (assai più elevata che nel Centro Nord), ma appare in deciso calo.”

Ed ancora sul Capitolo delle Politiche Nazionali, Riflessi sul Sud, nella stessa si legge:

Lo sviluppo di un territorio, ancor più di un territorio arretrato, non dipende solo dalle politiche territoriali aggiuntive a esso destinate – come quelle previste dall’art. 119, comma quinto della Costituzione italiana – ma anche e soprattutto dalle politiche ordinarie: sia dalle spese ordinarie che arrivano in quel territorio (dal loro riparto e qualità) e dal modo in cui norme e regolamenti a valenza nazionale impattano in quel territorio stesso.

Come risulta dal progetto di ricerca sul Sud condotto nel 2008-2009 dalla Banca d’Italia, questo profilo assume particolare rilievo per il Sud. Scriveva a tale proposito il Governatore Draghi, concludendo quel progetto24: “le politiche regionali possono integrare le risorse disponibili, consentirne una maggiore concentrazione territoriale, contrastare le esternalità negative e rafforzare quelle positive. Ma non possono sostituire il buon funzionamento delle istituzioni ordinarie”. Nella presentazione degli Atti di quel Convengo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riprendendo l’introduzione del Governatore Draghi, scriveva: “Declinare le politiche generali in modo sapiente sul territorio tenendo conto cioè dei loro diversi «potenziali di applicazione» nel Nord e nel Sud del paese, è certamente compito arduo: ma si può eluderlo, o bisogna provarsi a perseguirlo?”.

Le politiche regionali non possono dunque sostituirsi al buon funzionamento delle istituzioni ordinarie ma possono e devono incalzare e anticipare il rinnovamento e l’aumento di qualità della gran massa della spesa pubblica.

Nel rilanciare le politiche per il Sud è dunque importante avere chiare le difficoltà che questa “declinazione territoriale” della politica ordinaria incontra. Proprio per capire in che modo la politica regionale possa orientare quella ordinaria. Aiutano a tale scopo alcuni esempi.

Istruzione

Manca nel Sud una tradizione radicata di cooperazione fra scuole capace di avviare e sostenere (come

è pratica diffusa in molte aree del Centro Nord) attività di autovalutazione e mutuo apprendimento. Di

questo aspetto non può non tenere conto una politica nazionale, eventualmente anticipando proprio nel

Sud pratiche di assistenza tecnica e supporto alla auto-diagnosi. Inoltre, le condizioni di particolare disagio

di molte aree suggeriscono di considerare nel Sud modalità particolari di selezione, reclutamento e

remunerazione degli insegnanti.”

Nell’accordo del 15 Dicembre fra Governo e Regioni del Sud, la ridefinizione dei Programmi Operativi Regionali in tema di istruzione, persegue i seguenti obiettivi:

1. Orientamento al lavoro: sviluppare negli studenti la consapevolezza delle proprie attitudini, potenzialità e capacità attraverso esperienze concrete: tirocini in azienda della durata media di due mesi.

2. Lingue straniere: migliorare le competenze nella lingua straniera, sviluppando al contempo la capacità di adattamento in diversi ambienti e contesti culturali durante periodi di studio all’estero.

3. Successo formativo: ridurre il fallimento formativo e la dispersione scolastica tenendo in considerazione e coinvolgendo il contesto territoriale di riferimento con progetti di azione educativa

in aree di esclusione sociale e culturale particolarmente grave, anche attraverso la valorizzazione delle reti esistenti.

4. Scuola come spazio collaborativo, flessibile e dinamico: miglioramento delle strutture, delle attrezzature, delle reti e delle tecnologie atte a fornire alle scuole gli strumenti per divenire luoghi dove i saperi possono costruirsi in spazi collaborativi, flessibili e dinamici.

Contestualmente verrà rafforzato il Piano Operativo Nazionale, con particolare riferimento ai seguenti campi di azione:

1) Conoscenze e competenze irrinunciabili.

Implementare l’offerta formativa: sia valorizzando la professionalità dei docenti, con un investimento sulla loro formazione che migliori la qualità del lavoro, sia attraverso percorsi dedicati

allo sviluppo delle conoscenze e competenze irrinunciabili per innalzare il livello di apprendimento

degli studenti. In questa seconda azione verrà prestata una speciale attenzione agli studenti al di sotto del livello minimo, anche grazie all’apertura delle scuole nell’arco dell’intera giornata.

Verranno privilegiati gli interventi nelle scuole con particolare esperienza o che propongano progetti particolarmente ben strutturati, anche in rete con altri soggetti educativi.

2) Orientamento formativo.

Fornire ai giovani informazioni, strumenti e occasioni per accrescere la consapevolezza della propria potenzialità al fine delle successive scelte formative nei due passaggi decisivi: tra l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado e l’avvio del biennio dell’obbligo di istruzione; tra il biennio finale dell’istruzione secondaria di secondo grado e le scelte successive.

Saranno sostenuti i processi di autovalutazione e di valutazione delle scuole, al fine del miglioramento degli apprendimenti, anche attraverso il consolidamento e il rafforzamento dell’INVALSI. Una particolare azione sarà destinata alle scuole nelle quali si riscontrino bassi livelli di apprendimento, avvalendosi del supporto di team di esperti.

Verrà costituita una cabina di regia presso gli uffici di diretta collaborazione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca allo scopo di svolgere una costante funzione di accompagnamento, documentazione e riflessione su questo piano di interventi.

Allo stato attuale risulta che nella specifica visita effettuata in Calabria dal Ministro della Coesione Territoriale On Barca, allo stesso è stata sottoposta l’attenzione per l’Istituto Tecnico di Fuscaldo. Considerata la ristrettezza dei tempi, mi è sembrata, questa, una cosa giusta e sacrosanta: mostrare una realtà che si sta muovendo nell’ottica della programmazione voluta dal Ministro, per giunta con la internazionalizzazione dei rapporti. Ma si rende necessario per i Sindaci firmatari della Conferenza Permanente dell’Alto Tirreno, coadiuvati dai Responsabili Scolastici dei diversi e numerosi presidi di Istituti Superiori e non, dei quali risulta costellato l’Alto Tirreno, pretendere, da parte della Regione Calabria, la condivisione delle politiche di attuazione, secondo i principi sopra illustrati, per evitare, così come è avvenuto nella Sanità e nel settore delle Ferrovie, la solita emarginazione di un territorio che l’attuale classe politica regionale ha già emarginato. Da qui, nel nostro aggiornare quotidiano delle sfide che ci sono sul tappeto, lo stimolo alla capacità degli amministratori tirrenici di rimettere in carreggiata il Nostro Territorio con la Coesione degli Obiettivi, per come la politica della Perequazione Territoriale, in attuazione dell’art. 16 della Legge 42/2009, detta. (Continua) Mauro D’Aprile ex Sindaco di Belvedere Marittimo - 26.07.2012

 

 

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