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la maggioranza non c’è più! PDF Stampa E-mail
Scritto da vincenzo cesareo   

La maggioranza non c’è più! Lo scilipotismo  caratterizza sempre più l’attuale fase politica convulsa e caotica che ha pilotato l’Italia a divenire una nazione con scarsa credibilità, anzi inaffidabile nonostante un patrimonio immenso che dovrebbe dare garanzie concrete di stabilità e sviluppo.

La crisi di cui è preda il Paese dipenderebbe dalla mancanza di credibilità del governo ed, in particolare, dal presidente del consiglio. Che il nostro primo ministro abbia pensato più al bunga bunga che al governo del Paese è assodato, che abbia affidato completamente la politica economica al ministro per l’economia  che ha gestito con la visione limitata al contenimento della spesa ed al rientro del debito pubblico e per nulla allo sviluppo, è altrettanto accertato.

Ma quale credibilità offre il Parlamento in generale e  l’ opposizione in particolare? Quale coesione offre? Ad ascoltarla sembra un dialogo tra sordi e di assistere alle liti su tutto ed il suo contrario. D’altronde  il PD si è rivelato una maionese impazzita, un’amalgama di culture mal riuscito; i centristi, pure in crescita nei sondaggi, alla fine mostreranno lo scarso carisma di Casini e Rutelli e la pateticità di Fini; la sinistra ecologista, guidata dalla stella cadente,  ha messo in mostra un nuovismo fasullo e già appassito; la formazione di Italia dei Valori di fare opposizione alla lingua italiana. Sebbene attraversiamo un periodo gravissimo, addirittura peggiore di quello del dopo guerra, la crisi non può essere risolta con provvedimenti emergenziali, né esiste una piattaforma comune. L’unico modo di risolvere il problema del debito pubblico, tutti concordi, consisterebbe in un sensibile rilancio dell’economia nazionale.

Se lo Stato incassasse più di quanto spende ed utilizzasse il surplus per rimborsare i titoli, a poco a poco il debito diminuirebbe ed il PIL aumenterebbe. Ma le condizioni per raggiungere questo obiettivo, purtroppo, non esistono. Abbiamo uno Stato che danneggia l’economia, perché la ingessa, non diminuisce le tasse, non liberalizza il mercato del lavoro, non attua quello che promette da anni, cioè riforme coraggiose. Attenzione, però, perché non è una questione di coraggio, il problema non è quello di formulare una proposta, è quello di trovare un Parlamento che la voti. La troverebbe un centrosinistra abbarbicato all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori? Ed un governo tecnico? Ma! Innanzitutto anche i tecnici hanno le loro idee e comunque, dovendo prendere decisioni politiche, prenderebbero decisioni politiche, non tecniche. La scelta di una imposta piuttosto che un’altra, infatti, non è tecnica. E comunque anche il governo tecnico avrebbe necessità di trovare i voti in parlamento.

E se non li trova il centrodestra, chi dice li trovi il centrosinistra e/o il governo tecnico? Il vero problema italiano è, non il volano, bensì il carburante. Tutti conosciamo la meta ma manca l’energia per andarci. Chi ha la capacità e la forza di affrontare l’impopolarità di riforme radicali del mercato? Ci vorrebbe una coscienza civile che manca ormai da tanto. dott.Vincenzo Cesareo - responsabile nazionale LiberiAmo l'Italia movimento politico-culturale - 04.11.2011

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