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per lo sviluppo si vedrà dopo il 2013, per adesso prendetevi un po' di chiacchiere PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

Allora siamo tutti salvi? L’Europa non é esplosa, come moltissimi (soprattutto sui mercati) si aspettavano.

Il risultato, forse, sarebbe stato prevedibile. Ma é andata bene. Si é visto, dopo averlo predicato per mesi, che quando l’Europa si muove le cose vanno abbastanza a posto. Fine della corsa a ostacoli, fine della crisi, fine di tutto? Possiamo aprire lo champagne?

Nemmeno per idea. L’Europa ha preso una serie di impegni, adesso bisognerà vedere come riuscirà a mantenerli. Come scrive lo strategista Alessandro Fugnoli, l’intesa é piena di mille dettagli dove si nascondono mille diavoli. Ma, insomma, un bel pò di strada é stata fatta.

E l‘Italia? L’Italia se l’é cavata alla vecchia maniera: ha mandato a Bruxelles una lettera piena di buoni propositi. Da lì a fare veramente quelle cose che sono state scritte c’é qualche migliaio di chilometri.

In ogni caso, anche a una lettura superficiale, si vede che di cose immediate, concrete, per la ripresa non ce ne sono. Il Berlusconi sviluppista, cioé, non esiste! E non esiste per la solita vecchia ragione: non ci sono i soldi! ( E per queste ragioni rimando agli articoli precedenti dei meccanismi propri dell’economia finanziaria).

Sul piano teorico é impossibile fare una politica restrittiva (di bilancio e fiscale) e nel contempo volere lo sviluppo. Per avere un surplus di crescita bisogna fare esattamente il contrario, e cioè, una politica permissiva, sia in materia di fisco che di bilancio pubblico.

Nel caso italiano c’era una via di fuga: liberalizzare molto, lasciare il sistema libero di crescere con meno pastoie, meno lacci e lacciuoli (come avrebbe detto Guido Carli). Una seconda via di fuga consisteva nel sostituire spese improduttive con spese produttive. Ad esempio, é stato calcolato che la politica (nel suo insieme) costa qualcosa come 25 miliardi l’anno. A dimezzare questa spesa si portano a casa, di colpo, 12,5 miliardi. E questi sono soldi. Ma poi dentro l’immenso scatolone della spesa pubblica italiana, se si vuole, c’é molto altro da tagliare.

Ma tutto questo non é stato fatto. Per la via della fretta, si é detto. Solo che é dal 1994 che Berlusconi e i suoi amici si aggirano nelle stanze del potere. Quasi venti anni. (se poi si raffronta l’utilizzazione telematica dei servizi dal 1994 con quella meccanografica della Prima Repubblica- pardon della REPUBBLICA- i tempi si quadruplicano, per cui i 20 anni della Repubblica delle Banane e del Bunga-Bunga sono il triplo della Prima- di questo non discutono neanche gli esperti illuminati). 20 anni sono lo spazio di 4 generazioni. Il tempo c'è sempre stato: bastava avere voglia. I vari gruppi di potere, infatti, tengono prigioniero questo governo (loby, massoneria e mafia). E così si riesce solo a picchiare in testa ai lavoratori perché tanto quelli sono nemici per definizione.

Ma al di là delle polemiche, rimane un fatto: per la crescita non c’é niente. E stiamo già scivolando nella recessione. Recessione che, se si va avanti così, durerà due anni. Nel 2013 saremo mezzi morti, e, forse, nemmeno con il bilancio in pareggio. –segue- Mauro D’Aprile - 28.10.2011

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