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sulla questione delle stabilizzazioni dell’ASP di Cosenza PDF Stampa E-mail
Scritto da giuseppe lanuara   

L’attualità della cronaca ci stimola a re-intervenire sulla questione delle stabilizzazioni dell’ASP di Cosenza.

Da alcuni giorni, infatti, assistiamo ad una querelle ideologica tra le varie fazioni politiche della destra e della sinistra che hanno come obiettivo di addossare all’altro le disgrazie della sanità calabrese ed, in particolare, quelle cosentine. Obiettivo comune a tutti dovrebbe essere una sanità migliore, non terreno di scontro ideologico. Ciò premesso, un confronto sulle vere questioni nessuno lo fa.

Ad esempio quale la posizione sui posti letto complessivi della provincia che risulterebbe, in riferimento al Decreto Commissariale 18 del 22.10.2010, il più basso della intera Regione, solo 1,7 x 1.000 abitanti, rispetto alla performance nazionale che ne prevede ben 4,5? Ad oltre un anno di gestione commissariale i bilanci delle ASP e delle A.O. calabresi sono stati approvati? Perché il Tavolo Massicci non ha ancora approvato il piano di rientro dal debito sanitario? Le consulenze sono sparite? Alla spesa farmacologica territoriale è stato posto un argine? La migrazione sanitaria (quasi il 40% dei calabresi) è diminuita? I Livelli Essenziali Assistenza sono garantiti? Quali iniziative consequenziali al taglio dei fondi per la messa in sicurezza degli ospedali? Perché a Vibo ed a Crotone è stato consentito alla Conferenza dei sindaci di dare il parere agli atti aziendali ed a Cosenza no? L’atteggiamento di Scopelliti non appare alla Giano Bifronte nel momento che verso i P.O. di alcune province usa l’atteggiamento tipico di chi utilizza l’accanimento terapeutico e per quella di Cosenza sta provocando malattia terminale a presidi sani? Servono le difese d’ufficio? Silenzio assordante!

Per i politici (sic!) di questa Provincia è preminente la questione delle stabilizzazioni, senza, magari, neanche conoscere le leggi che le hanno favorite! Pertanto,si riferisce dell’interesse della magistratura sulla questione e poi si assurge a magistrati nel momento che si asserisce che le stabilizzazioni siano avvenute sine titulo e/o senza diritto. Si continua ad invocare provvedimenti, senza organizzare, eventualmente, la continuità del minimo dell’erogazione di servizi sanitari sinora offerti. Benissimo, allora si licenzino i circa 500 stabilizzati! I contenziosi che verranno, tanto, ricadranno sulle nostre teste, visto che, se accolti i ricorsi, avranno un costo tale che la regione dovrà chiedere il fallimento. Ma licenziando, chiuderemo, contemporaneamente, tutti i P.O. di questa Provincia, a cominciare dall’A.O. di Cosenza, vista l’impossibilità di ovviare alla conseguente carenza di personale.

Con ciò non vogliamo asserire che se le stabilizzazioni non sono state fatte a norma, debba permanere la illegittimità che, comunque, va rimossa. Solo chiediamo che le valutazioni vengano eseguite con celerità, professionalità e trasparenza e senza l’incapacità decisionale sinora mostrata che ha provocato sospensive degli atti che, verosimilmente vanificano un atto, come il n. 777/2011, anche per la non tempestività e che, contemporaneamente, il Commissario Scopelliti, si adoperi perché venga avviato, se possibile, l’iter necessario al reperimento e/o la sostituzione delle professionalità necessarie. Invitiamo tutti alla concretezza, cercando di eliminare allarme sociale che porta alla disperazione ed, ahinoi, spesso a gesti inconsulti. Giuseppe Lanuara - responsabile alto Tirreno cosentino  LiberiAmo l'Italia movimento politico-culturale - 17.10.2011

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