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cliniche, Mistorni: il ridimensionamento comporterebbe la paralisi occupazionale dell’intero territorio PDF Stampa E-mail
Scritto da giuseppe mistorni   

L’episodio dell’uomo sposato con figli che ha tentato il suicidio in preda alla disperazione per la perdita del posto di lavoro, è la conferma ulteriore dello stato di disagio in cui vive la maggior parte della gente, specie nei giovani che non intravedono nessuna prospettiva di impiego neanche a medio termine.

Si comprende lo sconforto e l’apatia che hanno di discutere, di  affrontare e denunciare con determinazione le tante cose che non vanno , le ingiustizie, le sopraffazioni, e l’uso della politica da parte di alcuni per il soddisfacimento dei propri interessi. Si dovrebbe scoprire l’orgoglio e il sentimento di riscatto sociale e morale che hanno animato “la rivolta” dei giovani universitari del ’68.

Le continue esternazioni di alcuni esponenti politici, specie della Lega,  che ritengono il Mezzogiorno un peso ed un ostacolo allo sviluppo complessivo del Paese, mortifica ed accrescono lo stato di disagio.

E’ di quest’estate l’ultima “boiata” di Bossi  che ritiene l’euro valido solo per il Nord, considerando evidentemente il Mezzogiorno un’appendice del Nord Africa. Come reagiscono i nostri rappresentanti politici?

Almeno nel difendere la dignità ed il prestigio del popolo che puntualmente li elegge e determina le maggioranze di governo , dovrebbero coalizzarsi e rivendicare pari dignità e rispetto.

La ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia ha riacceso l’amor di patria ma evidenziato ancor di più la “questione meridionale”.

La ripresa autunnale, nelle previsioni, non è confortevole specie per il Sud in cui il livello di disoccupazione raggiunge circa il 30%. Si parla di 90 mila posti di lavoro in meno.Senza analizzare il fenomeno nella sua generalità e complessità, basti considerare ciò che si è verificato in pochi anni nella nostra realtà territoriale.

Belvedere rappresentava nella zona un polo di attrazione e di risorse occupazionali  di primo ordine:

Foderato Bruzia, Confitalia, PlasticTirrenica, Laterizi Parenti… e un presidio sanitario, composto da tre cliniche private, eccellente sia per i servizi offerti che per le capacità professionali del personale medico e paramedico che vi opera.

Oltre mille cittadini, giovani e meno giovani, donne erano stabilmente occupati, oltre al lavoro derivato che queste attività producevano.

Oggi, ahimè, registriamo con amarezza la sopravvivenza di solo due cliniche: Cascini nel centro storico e Tricarico in località marina di Belvedere.

Sopravvivenza stentata e minacciata da continui rigori e tagli al Sistema Sanitario; il ridimensionamento o la dannata ipotesi di una razionalizzazione in negativo per queste strutture comporterebbe la paralisi occupazionale dell’intero territorio.

Che dire della Clinica “Spinelli”? Ormai rientra nel libro dei ricordi e dei sogni. Fare analisi, ricerca di responsabilità è tempo sprecato. Bisogna avere rispetto del personale che dopo tanti anni di lavoro, di aspettative, si trova ad essere sospesi tra coloro che non sanno.

Ci si augura in una rapida ripresa dell’attività, ma se ciò non dovesse verificarsi ( circostanza probabile) perché non cercare soluzioni alternative? L’età media di vita dei cittadini tende sempre ad aumentare e sempre di più, per varie situazioni economico-sociali delle famiglie, si avverte l’esigenza di residenze dignitose per anziani. L’ex clinica “Spinelli” per la posizione che occupa: un antico Palazzo di fronte al Castello e prospiciente all’omonima piazza, salubre , accogliente, panoramico, potrebbe essere un eccellente “ostello” per i meno giovani.

La proprietà, almeno in questo,  dimostri buona volontà, buona fede, e interesse nel voler cercare soluzioni adeguate per ridare a questa struttura il decoro ed il prestigio che aveva. Giuseppe Mistorni ex consigliere regionale 23.08.2011

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