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il triplo salto mortale PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   

“Si è miopi o incoscienti se non si riconoscono le difficoltà o le deficienze amministrative ed oggettive che si sono accumulate nel tempo, anche per l’insufficiente perizia di chi ci ha amministrato e che potrebbero mettere il Comune in uno stato di crisi irreversibile.”

Con questo passaggio significativo, l’Ex Consigliere Regionale, l’Ex Sindaco, l’Ex Presidente del Consiglio Comunale (dimissionario) della Maggioranza di Centro Sinistra da me presieduta dal 2004 al 2009, On Giuseppe Mistorni, abiura il mio invito a recitare l’Atto di Dolore e “sornionamente” come nel suo DNA compie il doppio, o meglio, triplo salto mortale, nel tentativo di avviare un processo di “autopurificazione” delle sue personalissime pesanti responsabilità di questa situazione complessiva della nostra Città.

Finge falsamente una solidarietà all’amico Sindaco Granata, quasi scagionandolo dalle responsabilità della crisi economica dell’Ente volendole precipitare alla mia persona, ma subito dopo si erge a paladino dell’interesse pubblico generale raccogliendo le lamentele da spiaggia per dimostrare la inadeguatezza dello stesso Granata, perfino a soddisfare piccoli accorgimenti (le scalette, le pietre affioranti, la pipi dei bambini sulla spiaggia e quella dei cani), come per dire “con me non accadrebbe”!

E’ l’eterna ipocrisia che ha stancato tutti, tranne che il personaggio!

Se vogliamo uscire dalla crisi generale che ci attanaglia uno dei compiti principali è non consentire ai bugiardi di vivere ancora di rendita! Sono lustri che questo giochetto ha dettato legge nella nostra comunità, consentendo a dei squallidi mediocri di crescere alle spalle dei fessi.

Il debito del Comune di Belvedere è determinato dalla mancata riscossione di tariffe e tributi per le non tempestive e programmate emissioni dei ruoli da parte di questi incapaci amministratori che, di fatto, con il loro atteggiamento clientelare peggiorano la situazione già viziata dall’alto numero di evasori, storicamente assolti quali cittadini al di sopra della legge. Chi ha vissuto degli stessi espedienti fa sforzo a capirlo!

Se parimenti non si determinano entrate straordinarie disponibili ed utilizzabili il voler tenere in salamoia il disavanzo corrente è pressoché impossibile! Anche il mancato onorario per i dipendenti comunali è dettato da questo fatto.

Il “debito” contratto dai danni alluvionali non è stato ancora fisiologico al sistema di Bilancio e non lo sarà fino a quando non vi è il “Riconoscimento”!

La crisi è esclusivamente da attribuire a questa mancanza di esperienza amministrativa, quella di capire ed anticipare i fenomeni finanziari per una corretta impostazione gestionale. La differenza fra la capacità di Mauro D’Aprile Sindaco e  Granata consiste proprio in questo, con l’aggiunta che prima della campagna elettorale ed anche durante i dibattimenti in Consiglio il sottoscritto non ha elemosinato suggerimenti su come predisporsi ad amministrare.

Nell’accorgermi della riluttanza degli uffici di aggiornare i ruoli,a difesa della casta dei parenti ed amici, ho cercato di dare risposte, accantonando immediatamente accreditamenti di cassa dietro presentazione di schede elaborate personalmente alla Protezione Civile ed ai nuclei operativi dei Fondi Europei che hanno consentito il normale svolgimento gestionale dell’Ente pur in presenza del vistoso calo dell’introito degli Oneri di Urbanizzazione, passati nel 2005 da un milione e mezzo di Euro a 430.000 Euro. A questo processo ho dato risolute risposte ottenendo finanziamenti, oggi in pericolo per colpa di Gentile, dalla capacità progettuale su Bandi a Concorso della Regione Calabria.

I miei non sono Salti Mortali! Attendo fiducioso un civile aperto dibattito in Piazza con documenti alla mano!La presenza dei  Grandi Santoni è ben gradita!

La vittoria del Centro Destra, incoraggiata da quelli che oggi vorrebbero prendere distanze, ha provocato il collasso di Belvedere!

Sull’Orizzonte vedo pochi uomini in grado di determinare una “Svolta” con una variegata diversità di nuove indispensabili idee! Almeno si abbia la compiacenza di leggersi per una volta il Programma Amministrativo presentato dal Gruppo ”L’Orizzonte” prima di lanciarsi in affermazioni avventate.

E ancora, si è miopi ed incoscienti se non ci si accorge che la  crisi della Città di Belvedere è una crisi strutturale, ma anche soprattutto culturale e morale.

La crisi strutturale é di lungo corso e riguarda l’economia privata  che paga inevitabilmente, dopo “finti bagliori”, le speculazioni pseudo industriali di personaggi inventatisi tali al solo scopo di ottenere i contributi pubblici sulle iniziative e di reggere appena il lustro della durata del sussidio Regionale.

Tali le iniziative, della Foderauto, del Pantalonificio, della Plastica, della Fabbrica di Barche, del Calzificio, della Clinica Spinelli, si accompagnano all’abbandono dell’agricoltura, della scomparsa dell’artigianato, di un commercio improvvisato e di una intrapresa turistica completamente assente.

Su molti di questi cimeli ci sarebbe  molto da indagare! Quanto meno da meditare!

Resta incontrovertibile quale dimostrazione il fatto che i soggetti titolari di quelle iniziative abbiano consumato la loro esperienza investendo gli utili sul comodo secolare mattone, a dimostrazione della loro spiccata capacità di imprenditori. Si è così arricchito quel mondo di relazioni nell’edilizia in cui si sono sdegnate le trafile burocratiche corrette per intraprendere procedure che hanno consentito transiti obliqui e maniere affidate a scappatoie.

E’ quella di Belvedere una crisi strutturale che paga la contraddizione di una non concertata crescita equilibrata tra l’Iniziativa Amministrativa dell’Ente e le intraprese private, senza dimenticare, troppo sbrigativamente,  lo spreco di danaro pubblico per costosi progetti di irrigazione che non hanno comportato alcun beneficio alla tanto decantata produzione agricola, conveniente solo per qualche tecnico propenso alle spartizioni. (Belvedere non è più classificato Territorio Agricolo e qualcuno che ha accampato la propria fortuna su questa contraddizione lo sa molto bene).

E’ quella di Belvedere una crisi culturale provocata da chi nel tempo ha ripreso gli antichi disastrosi metodi briguoriani  legando  il proprio successo alle vincenti regalie (elemosine) alle contrade con strade rabberciate alla meno peggio, tubi volanti e illuminazione a dismisura di spreco (basti pensare al rapporto dell’entrata ed uscita del costo dell’acqua per Trifari- 26.000 Euro di spesa, per 540 Euro di canone di entrata, su base annua).

E’ quella di Belvedere una crisi morale frutto della “Cetrarizzazione” annidatasi nella fase di preparazione delle liste, incoraggiata, involontariamente, dallo stesso Laboratorio per la Democrazia che oggi in parte trova adeguate risposte, dopo i molti danni provocati, nella presa di posizione più decisa della magistratura di Catanzaro. Restano da definirsi i contorni di interessi intrecciati fra incarichi distribuiti fra tecnici apparentati e collaboratori negli stessi studi professionali di amministratori. Mentre sembra sortire già effetto l’indagine per interesse privato in atto di ufficio per l’approvazione di una variante al P.R.G. senza il parere espresso dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico.

E’ quella di Belvedere la mortificazione delle professionalità e dell’impegno sincero di chi viene  ancora emarginato  da quella volgare cinghia di trasmissione tra colonie per lungo tempo soggiogate dal “vincola ilota” del potentato terriero e lo stesso soggetto soggiogante: entrambi vissuti ai margini del vero processo di crescita civile della nostra città, quello dell’artigianato, del commercio, dell’intrapresa di grandi uomini, di artisti, letterati, uomini di scienza che fino agli anni 80 del XIX° secolo, a differenza dei parassiti, avevano fatto di Belvedere un riferimento di civiltà per tutta l’area Alto Tirrenica. Mauro D’Aprile gruppo "L’Orizzonte" - 15.07.2011

 

 

 

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