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a proposito di consolidamento della democrazia... PDF Stampa E-mail
Scritto da salvatore belmonte   

Stamani riflettendo tra me e me ho cercato di risolvere un quesito che mi tormenta ormai da molto tempo.Pensavo:come si può consolidare la democrazia in Italia con l'attuale panorama etico-politico?

Se il presidente del consiglio con le sue note "performance",non solo sessuali,caratterizza la scena facendo risultare il paese ,senza dubbio,il più ridicolo dell'occidente,è evidente che i problemi,e sono tanti,degli italiani non saranno mai risolti.E allora bisogna mettere in atto un processo di diluizione degli elementi vecchi ed inetti (a cominciare dal premier),talvolta ostili all'affermazione piena della democrazia. Il processo sarà senz'altro lento e arduo,perchè gli elementi nuovi,freschi, rigeneratori,vengono formandosi sotto l'egida dei vecchi falliti,inaspriti e pur in grado di imprimere il segno della loro personalità in ogni campo.Urgente è dunque,trovare cellule nuove nel tessuto democratico della nazione.

Di una politica democratica che non sia effimera e vuota,premessa necessaria è la formazione di uomini educati a concretezza di problemi,a vivacità di critica, alla piena consapevolezza della libertà,protesa verso la costruzione di un nuovo edificio sociale che non ci consenta di ricadere nell'umiliazione dalla quale dobbiamo,seppur faticosamente,assolutamente uscire,abbandonando l'atmosfera di avvilimento in cui la politica di questo governo(ma anche di altri governi)ci ha precipitati.Bisogna abituare i giovani (e in questo senso vedo bene l'iniziativa del sindaco di Firenze Renzi) delle nuove generazioni a saper essere concretamente qualcosa;a pensare con la propria testa,alla ricerca della propria via senza stolte illusioni:questo è o dovrebbe essere il compito dei partiti che si dicono democratici.Ma i partiti,attualmente sono presi dalla prepotente esigenza delle conquiste immediate.

E perciò tendono,necessariamente, meglio che a preparare un nuovo tessuto umano,a mobilitare,a piegare ai propri fini il tessuto esistente.Tutto ciò chiarisce perchè limitata sia l'adesione di giovani,che non vogliono esplicitamente avviarsi ad una profittevole carriera politica,che abbiano spirito vivacemente libero,capaci e vogliosi di critica alle iniziative strettamente di partito.Questo è problema del quale dipende l'avvenire,prossimo e futuro, della democrazia italiana.Si tratta di preparare il cittadino italiano ad una coerente e sincera prassi democratica.Ciascuno poi troverà in questo o in quel partito il proprio inquadramento e la propria collocazione.Ma il primo passo da fare non può che essere,senza una etichetta particolare,tranne quella della consapevolezza critica,della onestà intellettuale e morale,della assoluta spregiudicatezza nella ricerca della verità.Per riuscire a realizzare un siffatto progetto non esistono scuole accademiche.

Scuola di democrazia è la vita di ogni giorno e l'esempio che noi, con le nostre opere,con le nostre idee,con i nostri comportamenti,ognuno nel proprio campo,riusciamo a dare ai nostri giovani è la via che sicuramente realizzerà il progetto.Non dunque scuola di democrazia,ma riflessa e meditata, operante,esperienza di onestà,lealtà e democrazia. dott. Salvatore Belmonte - 07.11.2010

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