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alvi discount, centinaia di lavoratori prossimi a perdere la propria occupazione PDF Stampa E-mail
Scritto da atpress   

Centinaia di lavoratori prossimi a perdere la propria occupazione. Si tratta delle maestranze della catena di distribuzione che fa riferimento ai marchi Alvi, Superalvi, Alvi Discount che in questi ultimi giorni hanno chiuso i battenti.

A tanti non sarà passato inosservato il cartello dinanzi alle serrande con la scritta “chiuso per inventario”, la verità invece è che le maestranze sono sull’orlo del licenziamento. Questa è la conseguenza dell’enorme crac Alvi di cui è investito il Tribunale di Salerno sezione fallimentare, oltre alla Procura della Repubblica di Salerno sezione criminalità economica. Nel mese di dicembre 2009 è stata dichiarata fallita la società Alvi spa, società copofila di numerosissime altre che, a quanto pare, fanno capo tutte alla stessa famiglia.

Nell’ambito delle procedure concorsuali, a seguito delle denunce di alcune organizzazioni sindacali della Campania, la Guardia di Finanza ha eseguito una serie di controlli nei tanti punti vendita dell’ex gruppo Alvi.

A ricevere il testimone da parte delle società facenti parte della galassia Alvi è una piccola srl l’Alpa (capitale sociale di appena 10 mila euro) che a vario titolo, nel novembre 2009, è subentrata all’Alvi, Iperalvi, Supermercati Calabresi, etc.  

Nel giro di pochi mesi, nel mese di aprile, anche questa società è stata dichiarata fallita.

Ad assistere numerosi lavoratori della Calabria è lo studio legale degli avvocati Barbara Ferro e Emilia Criscuolo di Belvedere Marittimo: “E’ stata disposta la chiusura improvvisa dei punti vendita di Belvedere, di uno dei due di Scalea – spiegano i legali - mentre rimangono aperti quelli di Cetraro, Praia a Mare (prima chiuso e poi riaperto) e uno di Scalea, ove sono stati raggruppati i prodotti (quei pochi) ancora presenti nei punti vendita chiusi, cercando, così di pagare gli stipendi ancora dovuti ai dipendenti. È ancora in corso l’indagine condotta dal sostituto procuratore dr Vincenzo Senatore per accertare, tra l’altro, come sia accaduto che l’Alpa, che ha ottenuto a vario titolo (per affitto o compravendita) circa 62 punti vendita tra la Campania la Puglia e la Calabria, in appena cinque mesi di attività abbia registrato un passivo di circa sei milioni di euro”.

La situazione è drammatica, tanto che in Campania si è registrato anche il gesto estremo del direttore di un punto vendita che ha tentato il suicidio.

“La situazione dei lavoratori calabresi – evidenziano ancora Criscuolo e Ferro - è ancor più drammatica, in quanto sono rimasti all’oscuro di tutto quanto stava accadendo perché la società che aveva ricevuto le consegne da Alvi è la società Supermercati Calabresi che si è interposta con Alpa. Ora, a seguito della retrocessione dei contratti da Alpa al precedente datore di lavoro, si ritrovano ad essere dipendenti di Supermercati Calabresi, che siamo riusciti a far ricomprendere in quella galassia di società tutte riconducibili alla copofila. Con la nostra azione cerchiamo di far ottenere anche ai nostri assistiti, quantomeno il riconoscimento degli ammortizzatori sociali di cui hanno diritto che, con la retrocessione dei contratti possono consistere anche nella cassa integrazione straordinaria, atteso che per quella ordinaria l’Alpa non ne aveva i presupposti oggettivi”. atpress - 30.04.2010

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