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il nuovo anno scolastico al nastro di partenza! PDF Stampa E-mail
Scritto da giuseppe d'aprile   

A supporto di un recente articolo del caro amico Salvatore Fabiano il quale cita una ricerca a me molto familiare...a sostegno della qualità dell'offerta formativa delle scuole e della tutela del personale che nel prossimo anno scolastico potrebbe non ricevere più un incarico.

Il mondo della Scuola sta preparando il futuro anno scolastico e lo fa nel pieno delle difficoltà di sempre e delle nuove emergenze, lo fa a prescindere da quello che al momento si registra. Quello che ha prodotto la nuova normativa approvata dal Governo, che il 30 ottobre u.s. ha fatto scendere in piazza milioni di lavoratori accomunati dall'Unità Sindacale, dall'interesse a difendere il valore della Scuola Pubblica, il Tempo Scuola della stessa, il Posto di Lavoro di tanti lavoratori e il Rispetto delle Famiglie  e delle loro scelte, è sotto gli occhi di tutti. Per l'anno prossimo si prevede un futuro non roseo e la prima delle questioni che si dovrà affrontare è quella degli organici. La Gelmini continua a dire che la Scuola non è del Sindacato (e quindi dei lavoratori) ma delle famiglie.  Alle famiglie però vuol dare meno docenti e meno personale ATA, per un tempo scuola certamente inferiore, dal momento che i lavoratori della scuola non possono farsi in tre, e non è più praticabile lo slogan dei "tre docenti in una classe". A proposito di quest'ultimo aspetto pare che qualcuno, alla fine sia riuscito a far capire alla Gelmini che i tre docenti della scuola primaria (quelli del "modulo") non stanno in una sola classe e che dovendo svolgere 22 ore di lavoro, insieme ne fanno 66; di contro due classi di scuola primaria a 30 ore utilizzano i docenti per 60 ore. Quindi sottraendo 60 da 66 il risultato fa 6; 6 (e solo 6) sono le ore di contemporaneità che i docenti dovrebbero realizzare e spesso, nei fatti, servono a garantire le supplenze. Tremonti, che in teoria dovrebbe essere più bravo della Gelmini a far di conto, ha sentenziato che i docenti comunque sono troppi. E allora che si fa?  Si fa un organico più povero, si predispone un decreto che pone limiti di spesa e non molto altro, e si fa passare per riforma un conteggio aritmetico finalizzato a risparmiare sul costo del personale. E la qualità della Scuola e le richieste delle famiglie?  Basta leggere le tabelle allegate al decreto sugli organici di prossima emanazione per schiarirsi le idee (in particolar modo la Calabria)! A tutti, sindacato in primis, spetta il compito di "vigilare", oltre che concertare!  Perché vigilare? Perché avendo fatto un po' di conti, sicuramente ci saranno difficoltà ad applicare i numeri e rispettare le scelte di tempo scuola fatte dalle famiglie, rispettare e mantenere i CES, centri di erogazione di servizio (così si chiamano nel linguaggio gelminiano i plessi di una volta), far in modo che le Amministrazioni Locali diano quanto necessita per realizzare il tempo pieno e il tempo prolungato (così cari al ministro) e che rispettino e facciano rispettare le misure sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.  Scuola=risparmio non è uno slogan che ci appartiene. "Il futuro del Paese dipende anche da come i nostri figli saranno istruiti"... Buona Scuola! Giuseppe D'Aprile - Roma 31.03.2009

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